Mettendo insieme tutto questo non mi sembra un caso che l’arrivo della Primavera sia stato associato alla Giornata Mondiale della Felicità!
Ma che cos’è la felicità? Proviamo a rispondere:
Le felicità è una sensazione di benessere fisico ed emotivo che può realizzarsi a fronte di diversi fattori.
Nel mondo occidentale spesso la felicità è legata al privilegio. Inutile mentire: viviamo nella metà del mondo più fortunata. Questo ci garantisce con altissime probabilità del cibo caldo ogni giorno, una casa, un lavoro, cure mediche e diritti fondamentali. È difficile parlare di felicità senza considerare tutti questi fattori.
La felicità è legata al benessere psicologico. Non basterebbero centinaia di articoli per parlarne adeguatamente, diciamo solo che non può esserci felicità autentica se non ci si prende cura della propria salute mentale.
Spesso, poi, la felicità è legata a doppio nodo agli affetti, alle relazioni e alle persone importanti. Può sembrare banale ma gli affetti non vanno mai banalizzati o dati per scontati. È importante valorizzare ogni giorno le persone che amiamo, farle sentire degne del nostro amore e non vergognarsi di ricordare loro quanto sono importanti. Lo si fa con parole e con gesti.
Chissà se la felicità ha questo significato per tutti… Certo è che tutti hanno qualcuno che li ama e qualcuno da amare. Non per forza un partner o un figlio, magari un’amica, un nipotino, una collega speciale, una nonna importante, un genitore a cui devi tutto. Ognuno ha la sua storia ma in ogni storia c’è qualcuno che la rende degna di essere vissuta.
I gioielli personalizzati sono un piccolo gesto utile per ringraziare quel qualcuno, un dono che ricordi ad entrambi questo legame. Ad esempio la collana puzzle:
Una parte la tengo sempre con me. La tua parte la tieni sempre con te. E questo ricordo è sempre con noi ❤️
Questa è solo un’idea, ma qui trovi tanti altri spunti che si prestano per un dono personalizzato:
Gioielli personalizzati per Donna
Gioielli personalizzati per Uomo
Gioielli personalizzati per Bambino
Se stai cercando un dono o ti piacciono gioielli con incisione personalizzata sei nel posto giusto! Giuzi è uno negozio online di gioielli in argento. Vendiamo collane, bracciali e orecchini. I nostri sono prodotti di gioielleria italiana: dalla nostra produzione a te, senza intermediari e ad un costo accessibile a tutti. E sai cos'è che ci riesce meglio? Personalizzare i gioielli!
Trovi sul nostri sito gioielli personalizzati online, scegli il modello che ti piace, ci indichi cosa desideri incidere e noi lo prepareremo per te in tempi record.
]]>Ricevere una lettera d'amore è meraviglioso ma scriverla può essere un'impresa davvero titanica, soprattutto se non sei una persona romantica. Scrivere non è il tuo forte? Pensi di non avere abbastanza fantasia? Allora questa guida è fatta apposta per te, ti darò qualche dritta e qualche idea per scrivere una bella lettera alla persona che ami e fare un regalo stupendo. Che ne dici di salvare il link in vista del prossimo San Valentino? 😎
Iniziamo subito ipotizzando che la destinataria della tua lettera sia una ragazza e si chiami Maria.
Come iniziare?
Questa è facile, inizia con un banalissimo “Cara Maria,” e a capo.
A volte la soluzione più semplice è anche la migliore, non c’è bisogno di strafare.
Perché stai scrivendo questa lettera?
Continua spiegando il motivo della tua lettera, non c’è bisogno che sia un motivo eclatante, anche la motivazione più banale va bene… Ecco qualche esempio:
Cosa dire?
Prova a spiegare perché Maria è tanto importante per te e fallo rispondendo a queste domande: quali sono le cose che più apprezzi di lei? Cosa ti ha insegnato di nuovo? Cosa è cambiato in te da quando c’è lei nella tua vita? Cosa ti mancherebbe di lei se non ci fosse? Come immagini il futuro insieme a lei?
Esempio:
Importante:
Quello che rende una lettera autentica e originale è proprio quello che io non posso suggerirti, ovvero aneddoti e particolarità della vostra relazione che solo tu conosci: sforzati di ricordarli e aggiungili per rafforzare alcuni concetti. Esempio:
Come concludere?
Assicurati di aver risposto a tutte le domande e di aver espresso al meglio ogni concetto, lascia per la parte finale i ringraziamenti (lo so, non è una tesi di laurea, ma anche qui stanno bene in fondo). Se ti piacerebbe ricevere una risposta alla tua lettera questo è il momento per chiederla… E non dimenticare di firmarti!
Esempi:
Tips & trick
Che ne dici di scegliere una carta colorata o dalla texture particolare? Scegli la cartolibreria più fornita della tua città e fatti consigliare, esistono carte meravigliose di ogni genere e forma. Io vado pazza per la carta amalfi.
Se invece preferisci una lettera digitale potresti farla arrivare a sorpresa sulla sua casella di posta! Che ne dici?
Bene, abbiamo finito! Adesso carta e penna (o tastiera e pc) e via a scrivere.
]]>La creazione di un oggetto personalizzato, poiché unico, richiede del tempo: non è un oggetto standard e facilmente replicabile, è un pezzo unico e per questo dovrai attendere qualche giorno o anche qualche settimana. Nelle gioiellerie della tua città potrai certamente trovare chi fa gioielli personalizzati ma spesso i tempi si allungano: non tutti i gioiellieri hanno in negozio una macchina che permette di incidere e personalizzare i gioielli in tempo reale e se devono inviare il tuo gioiello ad un’azienda che lo personalizza passerà sicuramente qualche giorno.
E online? Molti shop online di gioielli offrono il servizio di personalizzazione ma in pochissimi hanno la possibilità di incidere e personalizzare immediatamente il modello che hai scelto.
E allora, dove trovare gioielli personalizzati online con spedizione veloce? La risposta è una soltanto: giuzi gioielli. Acquistando un gioiello personalizzato su giuzi.it potrai comunicare immediatamente la parola, la data o il nome da incidere e il gioiello sarà pronto per te in meno di una giornata lavorativa. Mentre scrivi la personalizzazione potrai vedere in tempo reale un’anteprima del gioiello con l’incisione scelta e in 2-3 giorni dalla data dell’ordine il gioiello in argento personalizzato sarà a casa tua. Incredibile vero? Se non ci credi puoi leggere le centinaia di recensioni positive che trovi in ogni gioiello su www.giuzi.it oppure sulla pagina Trustpilot di Giuzi. Nota bene: tutti i gioielli Giuzi sono realizzati in argento 925, che è un metallo prezioso e durevole, e non con metalli dallo scarso valore come acciaio, bronzo o ottone.
E la collana personalizzata con nome?
Quella è l’eccezione che conferma la regola. Per ricevere la collana con letterine di Giuzi Gioielli ci vorranno circa 3-4 giorni lavorativi… Ma l’attesa è comunque molto ridotta rispetto ad altri shop che richiedono addirittura 15/20 giorni di lavoro.
Perché Giuzi Gioielli riesce a personalizzare così velocemente?
Perché è un’azienda di produzione italiana che crea gioielli personalizzati ed ha tutti gli strumenti per realizzare immediatamente l’incisione che desideri. Per le spedizioni Giuzi si affida solo ai migliori corrieri, chiedendo loro la spedizione più rapida che esiste.
A chi regalare un gioiello personalizzato?
Una collana con nome o un bracciale personalizzato è un bel modo di dirsi “ti voglio bene”, e dirlo a sé stessi fa bene alla salute! Ricorda che è importante celebrarsi anche senza alcun traguardo o occasione da festeggiare.
Il gioiello personalizzato per fidanzata o fidanzato è uno dei regali più belli e appassionati che si possano fare. Stai regalando un oggetto prezioso, realizzato in argento da artigiani italiani, e lo stai facendo con una parola, una data o un nome che parla di voi. Crea il tuo gioiello personalizzato e dichiara tutto il tuo amore, la vita è troppo breve per rimandare!
Una collana personalizzata col suo nome o con i nomi dei figli è un gioiello personalizzato che mamma terrà per sempre stretto al cuore. Un regalo indimenticabile, da scegliere in occasione del suo compleanno o per la festa della mamma. Questa collana è perfetta!
Scegliere un regalo di laurea non è mai facile, si vorrebbe fare qualcosa di originale ma anche di classico e durevole: un gioiello personalizzato su cui incidere il nome della laureata e la data della laurea sarà un regalo eccezionale che non potrà avere doppioni. Un ricordo da indossare con fierezza e gioia per celebrare un grande traguardo.
Che ve lo dico a fare? Un gioiello personalizzato a San Valentino, magari di coppia, è tutto ciò di cui hai bisogno. Con una bella confezione regalo farai un figurone.
Chi ha detto che i gioielli personalizzati sono solo da donna? I gioielli personalizzati da uomo sono bellissimi e molto apprezzati. Regala un bracciale personalizzato da uomo e vedrai che chi lo riceverà sarà orgoglioso di indossare l’incisione che hai scelto per lui. Crea il tuo gioiello in argento personalizzato online e lo riceverai i tempi record!
Se stai cercando un regalo originale per un battesimo o per un primo compleanno sappi che i bracciali personalizzati per bambini e neonati sono un regalo senza tempo, su giuzi trovi un'itera collezione di bracciali in argento su cui puoi mettere l'incisione del nome, della data di nascita o la data del battesimo. Chi li ha già acquistati ne è rimasto super felice. Il nostro best seller? Il set di bracciali personalizzati per mamma e bambina, senza dubbio.
Questo sì che è un servizio davvero difficile da trovare! Eppure noi di Giuzi abbiamo creato per te diversi set di gioielli personalizzati per la famiglia, bracciali abbinati per mamma, papà e bimba/o. Un regalo straordinario per un nuova famiglia o per una famiglia consolidata che non smetterà mai di amarsi!
Un gioiello personalizzato è un oggetto che con la sua originalità riesce a rubare il cuore di chiunque, ormai lo hai capito. Non lasciarti sfuggire lo shop di gioielli personalizzati migliore del web: acquista anche tu un gioiello in argento con incisione ad un prezzo eccezionale su www.giuzi.it. Farai un figurone!
]]>Sull’outfit non possiamo esserti d’aiuto, ma sul regalo sì! In passato abbiamo scritto un articolo che spiegava perché regalare un gioiello personalizzato per il battesimo di una bambina o di un bambino fosse un’idea regalo originale, unica ed elegante.
La tradizione vuole che si regali al bimbo un oggetto prezioso, di solito un piccolo bracciale realizzato con materiali preziosi, meglio se personalizzato. A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa incidere sul braccialetto al battesimo? In questo articolo troverai tante idee che ti saranno d'ispirazione.
Il nome proprio di persona è ciò che caratterizza un bambino dal giorno in cui nasce, il suo nome lo accompagnerà sempre ed è ciò che i genitori hanno scelto per lui/lei con tanto amore. Con l’incisione del nome non puoi sbagliare, sarà un regalo classico ed eterno.
Se scegli di incidere la data di nascita darai importanza ad giorno più speciale, quello in cui per la prima volta il bambino ha incontrato il mondo e lo sguardo amorevole dei suoi cari. Potrebbe essere bellissimo incidere il nome davanti e la data di nascita sul retro.
Stai facendo un regalo di battesimo perciò ben venga incidere la data del sacramento al posto della data di nascita, se si tratta di un battesimo cristiano questa scelta avrà un valore simbolico: la data del battesimo è il giorno in cui inizia la sua vita cristiana. Anche in questo caso ti consigliamo di incidere il nome nel lato frontale del bracciale e la data sul lato posteriore.
Se intendi fare un regalo davvero particolare e capace di stupire puoi scegliere di incidere sul bracciale del bambino/a una parola dal significato profondo come “ad maiora” (ti auguro sempre cose migliori), “gratia” (ti auguro il dono della grazia), “fidem” (ti auguro di avere fede). Queste tre parole sono parole latine, se preferisci una parola moderna puoi optare anche per parole in inglese come “happiness” (felicità), “hope” (speranza), “courage” (coraggio).
La regola in questo caso è di lasciare il nome davanti e il nome di chi ha fatto il regalo sul retro. Quella di incidere il nome di chi ha fatto il regalo è una scelta forte, che rimarrà per sempre al bambino anche quando sarà adulto, perciò è indicata se sei un parente molto stretto (nonni, zia/zio) o se hai un ruolo importante nella giornata del battesimo (padrino o madrina)
Adesso che hai qualche alternativa non ti resta che raccogliere le idee, selezionare il modello più carino, scegliere cosa incidere e preparare un regalo di battesimo insostituibile!
Vuoi fare un figurone?
Acquista il bracciale personalizzato su www.giuzi.it, lo shop online di gioielli in argento personalizzati. Clicca qui per vedere il nostro bracciale targa per battesimo.
Potrai personalizzarlo e vedere un'anteprima in tempo reale del risultato, una volta ordinato lo prepareremo per te con la massima cura e in tempi record (lo ricevi in 2-3 giorni lavorativi)
Non dimenticare di aggiungere la confezione regalo che renderà il tuo regalo meraviglioso.
]]>Se ci pensi un completino per bambini dura poco ed è un regalo a cui avranno pensato già in tanti… Meglio scegliere qualcosa di originale e che possa durare nel tempo.
Per celebrare l’arrivo di una nuova vita in famiglia o per fare un regalo originale in occasione del battesimo ti consigliamo di scegliere un gioiello personalizzato in argento.
Grazie alla personalizzazione chi riceverà il gioiello capirà che quel regalo è unico e speciale, perché porta sopra il suo nome, la sua data di nascita o la data del battesimo… Si capisce che un regalo così è stato fatto con il cuore! L’argento è un metallo prezioso, perciò stai offrendo alla famiglia un oggetto prezioso e di valore, ma senza spendere una fortuna.
Il regalo nascita migliore per un bambino o per una nuova famiglia è qualcosa che, come un gioiello, dura nel tempo e ricorda per sempre un momento speciale.
Ecco alcuni gioielli da regalare su cui puoi incidere nome, data di nascita, data di battesimo o altro ancora:
Con questo modello vai sul sicuro: è un bracciale elegante, scelto da migliaia di genitori e sempre molto apprezzato. Puoi personalizzarlo con il nome del piccolo e puoi scegliere tu se scrivere in corsivo o in stampatello.
Un bracciale nascita dal design minimale ma sempre molto, molto carino. Il bracciale si presenta semplice ma raffinato e capace di stupire. Nel ciondolino puoi incidere l’iniziale del nome.
E se vuoi fare una cosa in grande, beh… Ecco un regalo che lascerà tutti a bocca aperta! Un set di bracciali per ogni componente della famiglia: un bracciale per mamma, uno per papà e uno per il piccolo/a. In ogni bracciale puoi incidere il nome del nuovo arrivato, così chi indossa il bracciale avrà sempre un ricordo speciale da indossare. Un set così è un regalo nascita davvero originale per festeggiare la creazione di una nuova famiglia o il sacramento del battesimo.
Ricorda che acquistando su giuzi.it ricevi gioielli in argento realizzati da artigiani italiani, la spedizione è rapida e gratuita. Il tuo gioiello sarà da te in 3 giorni lavorativi max
Scopri qui tutti i gioielli per bambini disponibili: https://www.giuzi.it/collections/neonati
IMPORTANTE: Si prega di notare che un gioiello non è un giocattolo. Vi consigliamo di non lasciare il vostro bambino indossarlo senza sorveglianza.
]]>Noi di Giuzi abbiamo realizzato dei gioielli da uomo davvero unici, resistenti nel tempo e che puoi considerare davvero immortali: sono i bracciali in versione fumè. Costano un occhio della testa? Assolutamente no, per questo li amerai.
Cosa è la finitura fumé?
La finitura fumé dona ai gioielli in argento delle striature opache di colore nero-grigio, il risultato finale del fumé è uno stile molto rock. E’ una finitura considerata di particolare prestigio perché non si rovina nel tempo, anzi, col passare del tempo il gioiello fumé acquisterà nuove striature che lo renderanno sempre più invecchiato e straordinario. Dato che i gioielli fumé resistono allo scorrere del tempo e migliorano col passare degli anni puoi considerare la finitura fumé una placcatura davvero immortale!
Cosa è la tecnica fumé?
La tecnica fumé è realizzata secondo una particolare ossidazione galvanica: un composto chimico aggredisce il gioiello e lo annerisce, in seguito viene fatta una spazzolatura di precisione a mano che lo opacizza e lo sfuma. La tecnica fumé presenta sfumature variabili, non replicabili e uniche proprio perché realizzate in gran parte a mano da artigiani qualificati.
Perché scegliere un gioiello fumé?
Perché i gioielli fumé in argento sono l'espressione dell'artigianato italiano, perché sono oggetti unici e possono essere considerati simbolo di eternità. Se li sceglierai come regalo sappi che chi lo riceverà non ne resterà mai deluso. Avrai regalato un gioiello che resiste allo scorrere del tempo e che accompagnerà chi lo indossa molto a lungo.
Su www.giuzi.it trovi una selezione di bracciali in argento da uomo con finitura fumé a prezzi di grande competizione rispetto al mercato, approfittane!
Regalare un gioiello fumé è come regalare un per sempre.
]]>L'importanza che i piccoli felini hanno nella nostra vita e, possiamo osare dire, perfino all'interno della società è stata ufficializzata in Italia, e poi nel Mondo, con una giornata completamente dedicata a loro.
Si celebra proprio oggi 17 Febbraio e la sua celebrazione trova luogo a partire dal 1990. La date variano però in base alla nazione e la scelta di ognuna di queste è collegata a numerose motivazioni. La Polonia, ad esempio, dal 2006 ha scelto di seguire l'Italia e festeggiare il 17 Febbraio. il Giappone invece è arrivato prima e dal 1987 celebra i felini il 22 Febbraio mentre negli Stati uniti e in Russia ricorre dal 2005 rispettivamente il 29 Ottobre ed il 1 di Marzo.
Universalmente però esiste un'unica data stabilita dall’International Fund for Animal Welfare (Ifaw) e che ricorre l'8 di Agosto.
Ma perché proprio il 17 febbraio? In alcuni casi dietro la scelta delle date per le "giornate nazionali" o "internazionali" non si trova una vera e propria motivazione con basi solide ma (soprattutto nell'ultimo periodo in cui le giornate internazionali dilagano) è stato sufficiente scegliere una data tra quelle rimanenti.
Ma non è questo il nostro caso! le motivazioni che hanno portato alla alla scelta di questa data sono interessanti e curiose ed ancora avvolte da un velo di mistero.
Nel 1990 Claudia Angeletti, giornalista gattofila, propose ai lettori della rivista "Tuttogatto" per cui curava mensilmente una rubrica quale sarebbe stata la data più adatta alla celebrazione degli amici felini. Il sondaggio riscosse successo e furono molti ad esporre le proprie idee ma una tra tutti colpì la giornalista, le motivazioni esposte dalla signora Oriella.
La leggenda narra che la signora giustificò la data del 17 Febbraio con diverse sentenze:
Abbiamo scoperto che dietro ai gatti, così come dietro al numero 17, c'è molta credenza e simbologia, scopriamo dunque che cosa rende questi animali così misteriosi, magici, importanti ed adorabili!
Se ad oggi il gatto è così amato ed adorato è perché è legato a culture, tradizioni, credenze antichissime.
Quando si pensa ai gatti ed alla loro venerazione non si può che pensare alla cultura egizia che impersonifica in queste creature i concetti di fecondità ed amore materno. la loro rilevanza risulta ben chiara se si pensa che i gatti, come gli esseri umani, erano inumati dopo la morte.
Altra cultura "gattofila" è sicuramente quella araba e la benevolenza nei confronti dei felini nascerebbe dall'ottimo rapporto che il profeta Maometto aveva con loro. la leggenda narra che un gatto lo aiutò a sconfiggere il morso di un serpente e per questo motivo il profeta donò loro due super poteri: la capacità di atterrare sempre su 4 zampe e quella di vedere il mondo terreno ed ultraterreno contemporaneamente. Ai gatti infatti, e solo a loro oltre gli umani, è consentito entrare nelle moschee.
Nel medioevo il gatto venne demonizzato in quanto considerato, come già detto, l'animale delle streghe e persino del diavolo. Dal rinascimento al XX secolo il gatto passerà abbastanza inosservato, con una considerazione neutra e poca rilevanza. Dal XX secolo invece cresce l'interesse scientifico e la simbologia legata all'animale che si orienta verso la sfera socio-politica tanto che viene preso a simbolo del movimento anarchico
In questo giorno così speciale per lui - e per te che lo ami - ci sono mille modi per dimostrare il tuo affetto. Il piccolo felino si meriterà un regalino (sono certa che ne riceva parecchi durante tutto l'anno) ma anche un gesto d'amore che dica al mondo quello che ami è un gesto di grande affetto.
Il regalo più classico non può che essere un collare nuovo di zecca, un pupazzo con cui giocare o se vuoi spingerti oltre un bel tiragraffi da distruggere!
Noi di Giuzi amiamo tutti gli animali e, al contempo, crediamo che i gioielli (come altre cose) esprimano quello che sei veramente. Per questo la nostra collezione "origami" celebra tanti piccoli e grandi amici, perché non scegliere un gioiello a forma di gatto- orecchini, bracciale, collana - o perfino l'intera parure per portare con te il tuo amico a 4 zampe che, come hai scoperto oggi, porta anche fortuna!
]]>
Ovviamente esistono oggetti che combinano l’aspetto estetico con un forte valore simbolico e che anzi lo potenziano proprio legandosi a storie e tradizioni.
È il caso degli amuleti, gioielli secolari tornati in auge negli ultimi anni (ancora non conosci la nostra collezione di amuleti? Scoprila qui). Probabilmente ne indossi o ne avrai indossato uno senza conoscere il suo significato, beh, possiamo assicurarti che la storia che ti stiamo per raccontare te li farà vedere in una luce diversa e ti farà innamorare di questi gioielli.
Quando pensi ad un amuleto probabilmente nella tua mente si configura l’immagine di un ciondolo da portare al collo, di forme abbastanza note come lo scarabeo o molto più semplicemente di ferro di cavallo o coccinella. Ti stupirà quindi leggere che sono considerati amuleti non solo oggetti tangibili ma anche gestualità e parole che derivano da questi oggetti o che li accompagnano. Ma è l’oggetto che viene maggiormente caricato di significato tanto da essere considerato prezioso.
L’etimologia che ruota intorno agli amuleti ci fa capire che i popoli antichi riconoscevano queste pratiche come ordinarie (insomma , tutti credevano senza scrupoli che portare una determinata pietra in tasca o addosso aiutasse in qualcosa, o allontanasse la sfortuna riguardo un’altra).
Il verbo greco apotropàion significa generalmente “allontanare, ma fu da subito utilizzato per indicare nello specifico l'allontanamento della cattiva sorte. Il valore “apotropaico” di un oggetto o di un gesto indica ancora, nell’italiano corrente, quello superstizioso dello scacciare la sfortuna.
Sulla stessa scia il termine amuleto (che al contrario ha un’etimologia incerta), quasi certamente deriva dal latino e forse dal verbo amuliri che significherebbe anche lui “allontanare”, “mandare via”.
Se questa interpretazione fosse quella giusta possiamo dire che, in maniera molto generale, questi oggetti venivano utilizzati o posseduti per scacciare la malasorte, in qualunque forma questa si presentasse e in qualunque ambito.
La superstizione, cioè la credenza pagana spesso legata a pratiche magiche, ha un’origine talmente arcaica che si può dire essere nata insieme all’uomo. Oggi viene vista come qualcosa di arretrato, spesso ed erroneamente collegato alla scarsa istruzione ma non è necessario credere nel soprannaturale per cogliere la valenza e l’importanza che veniva attribuita a questi oggetti fino a pochi anni fa.
In linea generale quelli che un tempo erano definiti amuleti oggi vengono chiamati semplicemente “portafortuna” come i cornetti, il ferro di cavallo, lo scarabeo.
In realtà questa è solo una semplificazione dell’enorme potere attribuito agli amuleti se pensiamo che i romani avevano così paura del “oculus malus” da ritenere che fosse addirittura causa di morte!
Gli amuleti non servivano per portare genericamente fortuna ma venivano utilizzati per risolvere alcuni problemi specifici, spesso al limite della medicina popolare e della credenza religiosa: curare dai morsi di vipera, evitare le mastite, scongiurare malattie infantili o l’invidia addirittura far innamorare.
Le prime testimonianze che ci parlano di un oggetto con esplicito scopo di schermo o aiuto risalgono alla popolazione neo-assira, accompagnate da ritrovamenti di pietre grezze ed intagliate nella zona che corrispondeva alla Mesopotamia.
la tipologia dell’amuleto variava anche in base alla religione ma i più diffusi erano:
Malocchio, essere presi per occhio, avere l’occhio sono tutti termini che indicano, in soldini, avere iella. Il concetto si deve all’idea che la jella non è qualcosa che capita per caso ma che al contrario viene “attaccata”.
Si riteneva infatti che proprio tramite gli occhi, pieni di invidia, la persona gelosa portasse malasorte all’invidiato facendogli perdere i beni o le caratteristiche degne di invidia.
Sapevi che il gesto di fare le corna con le mani deriva proprio da questo? Il dito mignolo e indice infatti hanno all’incirca la stessa distanza degli occhi e simboleggerebbero, alzati, il gesto di cavare gli occhi e quindi annullare l'invidia dello jettatore.
Questo gesto ha dato vita all’amuleto indossabile a forma di mano che fa le corna, spesso realizzato in corallo per intensificare il potere apotropaico .
L’utilizzo di amuleti in Egitto non trovò una larga diffusione e varietà come nel periodo successivo, nonostante ciò a questo popolo si deve la diffusione di due dei simboli apotropaici arcaici più conosciuti in tutto il mondo. Entrambi sono legati al concetto di rinascita, rigenerazione, nuova vita e quindi inevitabilmente anche al concetto di morte con il quale la civiltà egizia aveva un rapporto strettissimo e positivo.
L’importanza di questo amuleto ne sancì la diffusione nella cultura latina ed italica.
la cultura classica e poi quella romana rielaborarono i concetti di amuleti giunti fino alla loro epoca e ne aggiunsero di molti altri. Tra questi i Romani furono quelli più attivi nella creazione di amuleti e superstizioni magico-religiose.
Sebbene, come detto, lo scarabeo fosse l’amuleto per eccellenza (lo troviamo spesso intagliato in pietra dura di colore rosso-marrone ed incastonato in anelli d’oro, armillae ovvero bracciali oppure appunto come ciondolo) ai romani si devono molti degli altri simboli apotropaici che ancora oggi utilizziamo come semplici portafortuna:
Sicuramente avrai riconosciuto alcuni di questi simboli che abbiamo nominato e come ti dicevo, sicuramente avrai portato al collo una coccinella (mitigazione dello scarabeo) o un ferro di cavallo.
Come detto si tratta di interpretazioni moderne di amuleti dal significato arcaico ma in alcune regioni italiane questi vengono tuttora utilizzati nella loro forma tradizionale, orafi e designer sono riusciti a conferirgli una forma attuale mantenendo però il legame con la tradizione.
Anche noi di Giuzi abbiamo reinterpretato in una forma moderna il concetto di amuleto: piastrine d’argento da portare vicino al cuore o al polso (anche questi erano ritenuti punti vitali dagli antichi romani) su sui incidere un nome, una data, un mantra per farci accompagnare tutto il giorno
]]>E’ stata ritratta dapprima con un abito rosso dello stilista Alexander MacQueen e con degli orecchini prestati dalla Regina Elisabetta,mentre negli altri portrait in bianco e nero indossa un abito candido con un paio orecchini della principessa Diana.
La sterminata collezione di gioielli della Regina Elisabetta II è considerata un vero e proprio patrimonio. Appena si dichiara di averla mappata tutta, scappano fuori pezzi unici di inestimabile bellezza appartenuti a qualche pro-pro-pro zia o a regine del passato e tramandati fino al giorno d’oggi con attenzione maniacale. Non sono gioielli pret-a-porter, vengono custoditi in un caveau-showroom di sicurezza e vengono alla luce soltanto per foto ufficiali, banchetti, eventi e ricevimenti e, pare, siano lucidati con una mistura di acqua e gin. Proprio come le occasioni di cui parleremo in quest’articolo. E’ facoltà di Sua Maestà la Regina Elisabetta II disporre e cedere i gioielli ai membri della famiglia, ma è ben chiaro che l’occhio di riguardo verso Kate sia un segno di fiducia e un gesto che delinea la sua figura come membro di massima importanza della Monarchia Britannica.
Forse uno dei più celebri gioielli della corona è il Cambridge Lover’s Knot: la tiara, resa celeberrima da Diana, originariamente di proprietà della Regina Mary e commissionata nel 1913 a Garrard, è la replica di un diadema della principessa Augusta D’Assia, che, in virtù del matrimonio diventò la duchessa di Cambridge. Nel ‘53 è passata nelle mani di Elisabetta e a sua volta è stata ereditata da Diana come regalo di nozze. Dal 1996, anno in cui Carlo divorziò da Diana, la tiara è rimasta nei meandri del palazzo reale fino al 2015 quando la stessa Elisabetta chiese a Kate, nuova duchessa di Cambridge, di farla tornare a brillare durante un ricevimento a Buckingham Palace. Un diadema a 19 archi di diamanti che racchiudono ognuno una perla a doccia, e sono sormontati da un fiocchetto sempre in diamanti e da punte di perla sempre a goccia. Tutta questa architettura-gioiello simboleggia i nodi dell’amore: una decorazione di origine celtica e ripresa dallo stile georgiano tipico del momento storico nel quale è stata creata.
Un altro gioiello-simbolo è la collana del Nizam di Hyderabad. Considerato il gioiello più costoso del mondo (circa 66 milioni di sterline), questa collana di diamanti è il dono di fidanzamento del sovrano di Hyderabad, Asaf Jah VII, a Elisabetta II.
La collana è composta da un pavé con pendente centrale a doppia goccia che incorpora 13 diamanti di taglio smeraldo e un diamante a goccia pear cut. La catena invece è formata da una serie di pinze sempre recanti diamanti dal taglio brillante e da un moschettone ovale con set di brillanti. Un totale di 50 diamanti incastonati in una collana di platino realizzata da Cartier nei primi anni del 900. La regina, nel 2014, ne ha fatto dono a Kate per il gala del National Portrait Gallery, istituzione di cui la Duchessa di Cambridge è madrina.
Questo prestito è un simbolo chiaro: A Kate Middleton viene fatta una sorta di investitura con lo sguardo verso il futuro.
In mezzo a tutti questi prestiti e lasciti non possiamo non citare una collana floreale di rubini e diamanti commissionata alla famossissima casa Boucheron nel 1907. Questo gioiello fa parte della collezione Greville, un lascito ricevuto dalla Regina Madre Elisabetta da Margaret Greville, appunto. Ma chi era quest’aristocratica e perchè questi gioielli destarono tanto scalpore? Margaret Greville, nata Margaret Helen Anderson, era figlia di Helen Anderson e William McEwan un ricco proprietario di un birrificio ad Edimburgo. La relazione scandalosa stava creando più di un problema alla povera Helen, perciò un dipendente di MacEwan, tale William Murray Anderson, si fece carico della famigliola, dopo l’arrivo di Margaret, finchè nel 1885 i due amanti si potettero sposare con la buona pace di tutti. Con lo stato di famiglia, a quel punto sistemato, e con i soldi del padre Maggie cerca di scalare l’aristocrazia inglese riuscendo a sposare, nel 1891, il futuro membro del Parlamento: Ronald Greville. Ronnie era talmente ben inserito nell’aristocrazia inglese che fu amico intimo dell’allora Principe di Galles, figlio della Regina Vittoria, il futuro Edoardo VII. Maggie viveva in dimore sontuose, tra party bon-ton e serate più frizzantine fatte di amori clandestini (come quello di Edoardo VII con Alice Keppel - futura bisnonna di Camilla Parker Bowles) fino a quando la prematura morte di Ronnie la colpì nel 1908. Ma Maggie non si scoraggiò, dopo due anni di lutto stretto, la vedova ritornò alla ribalta, prendendo a collezionare reali e gioielli. Il suo scrigno più famoso, una scatola di latta nera piena zeppa di gioielli è il suo più celebre lascito. Si narra che contenesse pezzi appartenuti a Maria Antonietta, a Giuseppina Bonaparte e a Caterina la Grande. Divenne comunque un’assidua frequentatrice di Boucheron e di Cartier, entrambe case di gioielli già famosissime al tempo. Visto che non ebbe mai figli, quando al socialite venne a mancare nel 1942, la famossisima scatola fu recapitata alla moglie di Re Giorgio VI, Elisabetta, con un biglietto laconico che recitava semplicemente: “Con Affetto”.
Fu così che il Lascito Greville venne in contatto con la famiglia reale. Non sa bene ancora quanti pezzi siano stati lasciati appunto, si vocifera addirittura che i gioielli possano potenzialmente essere infiniti, ma, un pezzo, tra tutti, è stato più volte portato alla luce sia da Elisabetta II che dalla Duchessa Kate: una collana floreale di rubini e diamanti commissionata a Boucheron nel 1907.
]]>Forse sarà capitato anche a voi, di chiedervi come e quando si è diffuso l’uso della collana. Gli studiosi, tuttavia, non sono concordi sull’origine di questo gioiello, ma sappiamo quasi con certezza che è stato tra i primi ornamenti indossati dagli esseri umani fin dal Neolitico, forse come simbolo religioso, dal momento che molti reperti sono stati ritrovati all’interno di complessi funerari.
Anticamente le collane venivano realizzate con materiali organici, come ossa e denti di animali, pelli intrecciate, piume, piante e conchiglie. Uno dei primi esempi conosciuti è stato ritrovato in una tomba nel centro Europa, ed è databile tra il 4200 e il 3400 a.C.
Ma bisognerà attendere l’età del Bronzo per veder comparire le prime collane realizzate in metallo: tra i reperti più antichi troviamo un torque (detto anche torquis, torc o torq): un girocollo celtico, diffuso in Irlanda e Scozia databile tra il 1800 e il 1500 a.C.
Colpisce però lo sfarzo delle collane diffuse tra gli antichi egizi: tra i modelli più usati, un elaborato collare realizzato con materiali preziosi, riservato per scopi celebrativi, religiosi e funerari. Queste grosse collane d’oro e pietre preziose (alcune delle quali arrivate intatte fino ai giorni nostri) venivano indossate nelle solennità dal Faraone, dalla casta sacerdotale e dai ceti più elevati.
Le collane, quindi, non erano un semplice elemento decorativo: comunicavano significati specifici all’interno della società e in alcune culture erano un segno di prestigio, potere e ricchezza.
È tra i greci e i romani che la collana diventa un gioiello di uso quotidiano, un ornamento da portare non solo durante particolari cerimonie, ma un vero e proprio elemento distintivo da indossare per mostrare l’appartenenza ad un determinato rango sociale. La storia ci ha tramandato intatti dei capolavori di artigianato che testimoniano la maestria nella lavorazione raggiunta dai romani.
Durante il Medioevo si ha un apparente declino dell’uso della collana – soprattutto in ambiente gotico dove si prediligono altri tipi di ornamento quali spille e fermagli, mentre nell’impero bizantino questo gioiello trova spazio come elemento religioso unito a croci e pendagli sacri.
All’inizio del Rinascimento la collana ritorna di moda soprattutto tra principi e re, come segno di sovranità e potere. Esemplari in questo senso sono i numerosi ritratti di monarchi francesi ed inglesi adornati con gioielli preziosi. Collane incastonate con pietre preziose e catene d'oro con pendenti sono rimaste lo stile distintivo della nobiltà dal XIV secolo fino all'inizio del XVII secolo.
Nel Settecento la collana diventa il pezzo centrale nella parure, il set di gioielli abbinati, che all’epoca comprendeva anche spilla, orecchini, bracciali e un ciondolo o diadema. Secondo la moda del tempo, la collana veniva abbinata ad un abito da sera, caratterizzato da un corpetto con decolté. Durante il giorno si preferiva indossare spille o fermagli, su abiti meno scollati. Questo concetto di un set coordinato è rimasto in voga per tutto l'inizio del XX secolo, quando l'abito è divenuto più casual e le collane sono diventate un gioiello molto più trasversale e diffuso.
Uno degli aspetti più affascinanti della storia delle collane è senza dubbio quello legato alle variazioni di stile che si sono susseguite nel corso dei secoli fino a raggiungere i giorni nostri. I mutamenti nel modo di vestire sono tra gli aspetti che più hanno contribuito a influenzare la forma e la lunghezza delle collane. Abiti più o meno scollati, ad esempio, hanno favorito la diffusione di gioielli più complessi ed elaborati. Questo non significa necessariamente che questi non venissero indossati anche in assenza di scollature negli abiti: pensiamo, ad esempio, a tutte quelle collane realizzate a maglie d'oro ampie che impreziosivano gli abiti di epoca elisabettiana, risaltando sotto elaborate gorgiere di pizzo.
È sempre affascinante poi vedere come ogni periodo storico abbia una certa influenza su quelli che seguono, portando a revival di stili e alla riscoperta di classici del passato come collane ispirate allo stile greco-romano o ai girocollo dell’Antico Egitto.
Come sappiamo oggi le collane vengono indossate prevalentemente da donne, ma come abbiamo visto non è sempre stato così. Nei secoli passati, questo tipo di gioiello era estremamente diffuso anche tra gli uomini, soprattutto tra quelli di potere. Le collane da uomo hanno smesso di essere popolari intorno al XVIII secolo periodo in cui questo gioiello divenne un elemento associato alla bellezza femminile, spesso associato in parure a bracciali e orecchini.
La collana da uomo è rimasta però in uso come simbolo religioso per mostrare l’appartenenza ad un determinato credo.
Ma è solo nel Novecento che si vede un ritorno di questo gioiello anche come accessorio maschile: sono celebri le collane formate da perline colorate e indossate dagli hippy negli anni ‘60 e le catene d’oro con pendenti che spopolavano durante l’esplosione della Disco Music. Durante la fine del XX secolo, la collana d’oro o di platino con pendenti tempestati di diamanti è stata poi il simbolo della cultura hip hop americana. I materiali con cui si realizzano le collane Come accennato in precedenza, nel corso della storia sono davvero numerosi i materiali utilizzati per realizzare collane. Nella cultura occidentale, quelle più preziose sono d’oro, di diamanti, tempestate di pietre preziose o fatte di perle. Tra questi, la collana di diamanti è sempre stata uno degli accessori più prestigiosi e glamour, considerata un simbolo di eleganza e raffinatezza in ogni epoca. La collana di perle, un classico ancora molto apprezzato, era molto diffusa tra le donne romane, durante il Rinascimento e all'inizio del XVIII secolo.
Oggi le nuove tecniche produttive, l’introduzione di nuovi materiali hanno contribuito a rendere ancora più vasta la gamma di collane a disposizione, facendo di questo gioiello un accessorio imprescindibile.
]]>
Molto diffusi in epoca ellenistica e poi romana, sono stati uno dei gioielli più in voga nel periodo rinascimentale, in risposta al rinnovato interesse per l'arte classica.
A fasi alterne i cammei sono stati protagonisti della moda fino al XX secolo, spesso tramandati di generazione in generazione come corredi di famiglia.
Ancora oggi, i ciondoli di cammeo sono ancora molto apprezzati e di recente, diversi designer di moda hanno dato una nuova linfa a questa tipologia di gioiello, reinterpretandolo in chiave moderna.
Quello che più stupisce del cammeo è che si tratta ancora oggi di un gioiello dalla produzione estremamente complessa: viene reallizato in modo artigianale da abili incisori. Gli artigiani più bravi vengono definiti Maestri Incisori e dalle loro sapienti mani nascono cammei che sono a tutti gli effetti delle vere e proprie opere d’arte.
Ma come si realizza un cammeo?
Un cammeo viene realizzato incidendo una pietra che viene definita “stratificata”, come ad esempio l’agata o l’onice oppure conchiglie sardoniche o della famiglia Cassis (le più apprezzate sono la Cypraecassis rufa, la Cassis madascarensis e la Cassis cornuta). Queste conchiglie infatti hanno una superficie costituita da due differenti strati, di colori differenti, caratteristica questa che permette di creare incisioni nitide, facendo risaltare la figura in rilievo dallo sfondo.
Alcuni cammei sono poi scolpiti in madreperla e caratterizzati da un colore opalescente, grigio-bluastro.
La lavorazione di un cammeo è molto complessa e si suddivide in diverse fasi.
Vediamo quali sono i 5 step fondamentali che anticipano l’incisione vera e propria di un cammeo:
Giunti a questo punto, il pezzo di conchiglia aggarbato viene lavorato dall’incisore fino ad arrivare alla definizione della figura finale desiderata: il maestro, che deve necessariamente essere anche un abile disegnatore, abbozza la figura desiderata su un foglio di carta e la riporta poi sulla conchiglia, fissata su un bastoncino di legno che semplifica le operazioni di manipolazione da parte dell'intagliatore.
Intaglio dopo intaglio, prende forma quello che sarà il vero e proprio cammeo.
Dato il carattere artigianale delle lavorazioni, ogni cammeo è unico nel suo genere: ogni conchiglia può essere abbellita con soggetti pressoché infiniti: da stemmi di famiglia, a nomi e iniziali passando per i classici visi di donne, panorami, animali o simboli di fantasia.
Il cammeo viene poi solitamente indossato come ciondolo su collane, o montato su spille, anelli e orecchini, incastonato in argento sterling o argento brunito o in oro.
Questa guida ti aiuterà a scegliere il regalo perfetto in base alla persona che lo riceverà, così potrai andare dritto al punto e non perdere tempo. Poi beh... Puoi curiosare liberamente sul nostro shop quanto vuoi, non abbiamo orari di chiusura qui 😉
Iniziamo!
Gli orecchini a cerchio sono un regalo di tendenza perfetto per un’amica, stanno andando molto di moda e ne abbiamo quattro tipi ,(Iole, Giuseppina, Gemma e Bice) così puoi scegliere quello migliore per il suo stile:
Oppure gli orecchini con letterina! Se ne prendi uno con la tua iniziale e uno con la sua, potete dividerli e indossare tutti i giorni un oggetto che vi lega
Un regalo di Natale adatto ad un’amico è sicuramente il bracciale grumetta in argento, anche se in foto lo vedi indossato su una ragazza ti assicuriamo che risulta bellissimo su un ragazzo:
Se l’amico in questione indossa gli orecchini ed ha uno stile street regalagli un bel paio di orecchini con la croce, eccoli qua:
Se tua sorella è piccola una bella idea regalo potrebbe essere un gioiello con animaletto da scegliere nella collezione Origami.
Se è un’adolescente puoi andare sul sicuro e regalarle un paio di orecchini con fulmine. Se invece stai cercando un regalo di Natale per tua sorella grande… Col girocollo con stelline o la collana dadini non si sbaglia mai!
Un’idea regalo per tuo fratello adolescente, magari fissato con l’hype: collana corda versione argento. E’ una collana che va molto di moda fra rapper e trapper, apprezzerà, vedrai.
Se invece si tratta di un fratello cresciuto un regalo più azzeccato è bracciale diamantato, sempre nella versione argento per non sbagliare.
Un bel regalo per tua moglie potrebbe essere collana o il bracciale con disco da personalizzare con i vostri nomi e la vostra data. Risulterà un pensiero bello ed emozionante, vedrai!
In alternativa puoi regalare alla tua ragazza un gioiello con perla. Nella collezione perle trovi gioielli eleganti, che non passano mai di moda, adatti a donne d'ogni età. Un regalo di Natale molto chic che saprà stupire.
Se tuo marito indossa gioielli perché non provare con un bracciale Catena in versione argento? Indossato da un uomo è davvero bellissimo e d’impatto.
Se vuoi regalare qualcosa di più easy allora vai con il bracciale diamantato argento, un gioiello che si abbina con facilità e che il tuo ragazzo potrà indossare in ogni occasione.
Cosa regalare a mamma? Non c’è dubbio: cuore di mamma si merita una collana con disco da personalizzare con i nomi dei suoi figli. Alternative: collana corda o bracciale forzatina. Due gioielli intramontabili, eleganti e perfetti in ogni occasione.
Se invece stai cercando un regalo per una neo-mamma o quasi mamma il regalo di Natale migliore è un chiama angeli. Su giuzi.it puoi anche personalizzarlo per fare in modo che sia un regalo ancora più speciale e un ricordo indelebile della sua gravidanza!
Cosa regalare a papà? Se papà indossa gioielli non c’è dubbio che un’idea regalo perfetta è il bracciale Catena in versione argento.
Ok qui andiamo sul sicuro: collana catena. Un regalo importante, magari fatto da parte di tutti i nipoti. Con quella collana addosso sarà un incanto! Oppure un set collana con perlina: perle e nonna binomio perfetto.
Se hai piccoli in casa, magari molto piccoli, magari neonati… Ecco il regalo di Natale perfetto: un bracciale per neonato personalizzabile. Puoi scegliere la misura più adatta a chi lo riceve e personalizzare il pendente con una lettera o un numero. Si sa, con i bimbi, il Natale è ancora più speciale!
Se stai cercando un regalo di Natale per una bambina ti suggeriamo un paio di orecchini monachella con il cuore, che sono pratici, essenziali e molto carini. Oppure puoi scegliere un gioiello della collezione Origami: dolcissimi animaletti perfetti per una bimba!
Al termine di questa luuuuuunga carrellata ti consigliamo anche questo utile articolo che spiega con semplici parole come fare un un ordine su giuzi.it, come aggiungere una confezione regalo al tuo ordine e come spedire un regalo a qualcuno che vive lontano da te.
Leggi l'articoloCon tutti questi consigli i tuoi regali saranno un successo assicurato!
Buono shopping natalizio 🎄❣️
Un caldo abbraccio,
Ilaria e Marco - Giuzi Team
]]>In origine il Rosario non era come lo conosciamo adesso. All’inizio “dire il Rosario” significava recitare 150 Salmi di Davide a memoria. Data la comprensibile difficoltà nell’imparare a mente tutto il Rosario (alcune volte i monaci erano privi di istruzione e alcune volte non sapevano nemmeno leggere) nell’850 d.c. circa un monaco irlandese suggerì di recitare al posto dei Salmi 150 Padre Nostro. A questo punto la preghiera iniziò ad essere utilizzata anche al di fuori dei centri religiosi e, per contare le preghiere, i fedeli utilizzavano vari metodi: 150 sassolini, cordicelle con 150 nodi fino a quelle con 50 nodi.
Nel XIII secolo i monaci cistercensi crearono una nuova forma di preghiera che chiamarono propriamente “rosario” perchè ricordava la corona di rose mistiche donata alla Madonna. La rosa è, nel linguaggio della Chiesa e dei fiori, il fiore “mariano” per eccellenza, simbolo della stessa dell’ “Ave Maria”.
Con il passare dei secoli il Rosario assunse diverse connotazioni e vi furono associate diverse formule fino a quella che conosciamo oggi: una preghiera in nome della Vergine Maria che consiste nella recita di 150 Ave Maria, intervallate da Pater Noster che le dividono in 15 decine. A questo è affiancato anche una sorta di meditazione rispetto ai principali misteri della Redenzione.
Ma non esiste soltanto il rosario mariano che conosciamo. La religione Musulmana ha il Tasbeeh o Tespih (chiamato anche Misbaha, Sebha o Subha), comporto da 99+1 grani o 33+1 grani ed è collegato alla forma di preghiera Dhikr: il ricordo incessante di Dio, la ripetizione del Suo Nome per dimenticare tutto ciò che non è Dio. Anche la religione Indù ha un rosario il Japamala (parola che deriva da japa = ripetizione e mala = ghirlanda) che è composto da 108 grani. Ja sta per “janmaviccheda”, la cessazione del ciclo nascita e morte; e pa sta per “Pa kara papanasana”, purificazione e redenzione di tutti i peccati. Solitamente un Japamala è costituito da semi di piante: il loto, il bohi oppure da legno di sandalo, alcuni, di fattura pregiata, sono fatti anche di giada o ambra.
Caricato di significato religioso ha raggiunto i giorni moderni cambiando materiale, forma e funzione. I più antichi e i più comuni erano fatti in legno, appartenevano ai monaci, alle persone comuni ed erano un segno della loro devozione alla religione cattolica. Con il tempo, le fasce più alto-spendenti della società, hanno utilizzato materiali sempre più pregiati. Rosari in madreperla, in giada, in oro si sono affacciati al mondo come segno di devozione mariana e erano spesso a corredo dei gioielli delle nobildonne. Le donne avevano il ruolo di anime pie, devote, in diretta discendenza con la Vergine Maria, e come essa spesso venivano rappresentate.
Nel tempo, nell’evoluzione del costume e della società, il rosario ha mantenuto comunque la sua valenza religiosa ma si è anche trasformato in un vero e proprio gioiello con la riduzione della sua lunghezza. In argento, in oro, persino in plastica ha calcato i palchi della gioielleria diventando anche un accessorio di stile.
Fu Madonna nel 1984 che segnò un momento di scissione dall’idea di rosario come simbolo di devozione da quello di puro elemento estetico. Infatti in quell’anno Madonna calcò il palco degli MTV Music Video Awards esibendosi nella sua Like A Virgin indossando un abito da sposa di tulle, ricoperto da gioielli bold quali rosari e collane catene con croci.
Questa scelta di stile destò talmente tanto stupore da arrivare fino alle alte stanze della Chiesa Cattolica, ma la “denuncia” a suo carico arrivò soltanto più tardi quando Madonna esplose di nuovo con la sua “Papa Do Not Preach”.
Negli anni successivi croci e rosari diventarono di moda, un accessorio che spopolò nelle passerelle fino a diventare di uso comune, depauperato del significato religioso. Anzi, diventò quasi un moto di ribellione verso una società cattolicizzata che impartiva comandamenti visti come antiquati e stretti rispetto ai tempi moderni. Una valenza quindi, del tutto estetica, non necessariamente mistica. Il cerchio si chiuse con il red carpet del Met del 2018, Met Gala Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination che segnò un momento decisamente iconico nella moda.
Ad oggi più e più aziende di oreficeria hanno reinventato i rosari, con nuovi materiali, colori, forme e dimensioni. Anche noi di Giuzi abbiamo fatto la nostra parte, mantenendo l’elemento che più ci piace dei rosari, ovvero le perline colorate.
]]>
3) Una volta scelto il colore fai click su “AGGIUNGI AL CARRELLO”:
4) Se si tratta di un gioiello personalizzabile fai click su “PERSONALIZZA”, il bottone che si trova subito sotto al prezzo del gioiello:
7) Nel carrello puoi visualizzare l’elenco di quello che stai per acquistare ed eventualmente modificare le quantità dei gioielli tramite i simboli “+”, “-” o “Rimuovi”:
10) Puoi andare avanti facendo click sul tasto “Vai al Check Out”
NOTA BENE: Nel pacco non vengono mai inseriti prezzi, sconti utilizzati. Non aggiungiamo mai scontrini né ricevute fiscali.
E’ molto semplice: dopo aver aggiunto i gioielli al carrello vedrai una finestra che riepiloga i tuoi acquisti. In basso troverai il pulsante “aggiungi confezione regalo”, cliccando aggiungerai al carrello una confezione regalo. Aggiungi tante confezioni regalo quanti sono gli articoli che vuoi confezionare, basta schiacciare “+” per aumentare il numero e aggiornare il carrello (il tasto aggiorna si trova in basso a sinistra!).
Se ad esempio hai acquistato 2 gioielli per te e uno soltanto da regalare troverai uno spazio vuoto per scrivere qual è il gioiello da confezionare e il testo per il biglietto regalo. Puoi scrivere ad esempio: “La confezione regalo è per il girocollo con stelline, vorrei scrivere sul biglietto “Buon compleanno Marika!” oppure “Chiedo di confezionare solo gli orecchini con cuore”
Se vuoi acquistare un gioiello come regalo e farlo recapitare a qualcuno che vive lontano ecco cosa devi fare:
Per qualsiasi dubbio puoi scriverci al nostro numero Whatsapp 379 1400281 o chiamarci, ti rispondiamo dal lunedì al venerdì dalle 09:00 alle 18:00
]]>Tutto è nato all’interno di un’azienda che produce gioielli, il nostro grande laboratorio, con attrezzi, macchine e tante mani abili che da 50 anni assemblano gioielli di ogni genere per grandi ingrossi. Qui dentro ci siamo detti: perché non portare un prodotto di gioielleria italiana direttamente al cliente finale? E perché non farlo tramite una vendita online? E’ così che è nato il desiderio di avere un brand tutto nostro, di aprire il nostro e-commerce, di avviare un progetto nuovo e smart ma che sapesse tramandare un sapere antico. Serviva un nome innovativo ma legato alle nostre radici, e così abbiamo scelto GIUZI: dato che l’azienda è stata avviata 50 anni fa da nonna Giuseppina abbiamo dedicato a lei il nome del brand, per guardare al futuro onorando il passato.
Il nostro settore è fatto da piccole aziende artigiane e solo poche grandi aziende all’avanguardia. Queste poche, da sole, non possono rivoluzionare la forma mentis di tutte le altre. Una conformazione tale rende il settore orafo un settore molto conservatore, in cui si ha l’impressione che non ci sia spazio per le novità: basti pensare che gli ordini passano ancora via mail o per telefono, che non ci sono veri e propri B2B. Un cambio di rotta verso un modo più smart di lavorare sembra un miraggio. Ma mai dire mai, dopotutto è un settore con una solida tradizione, che è sopravvissuto a crisi difficili… Si adatterà e saprà resistere ancora una volta.
I volti sono tantissimi! Purtroppo non possiamo mostrarli tutti ma possiamo raccontarli: la produzione fa capo a Gabriele e Francesca - i genitori di Marco! - che tengono i rapporti con i clienti più grandi e fanno in modo che l’azienda prosperi. Francesca è a capo dell’amministrazione, Gabriele della produzione. Maurizio è in amministrazione insieme a Francesca ed è in azienda da 40 anni… Lui è la nostra bibbia vivente, risolve tutti i problemi e conosce l’azienda a menadito. Il suo segreto? Mai andare a letto dopo le 21:00!
Poi abbiamo Lucia, Miss Spedizioni, lei si occupa di parlare con i fornitori e di preparare i pacchi in partenza… Tutti i pacchi, ma proprio tutti! Sia i pacchettini che partono per Giuzi che i pacchi più grandi che partono per fornitori e clienti dalla produzione. Per il montaggio e saldatura abbiamo una squadra di donne fortissime: Sonia, Cinzia, Paula e Debora. Anche loro sono insieme a noi da una vita e sempre in prima linea per consigli su modifiche, nuovi modelli e caramelline alla frutta.
Raffaele è un giovane jolly: jolly nel senso che sa stare in diversi reparti (dai buratti alla preparazione, dalle consegne alla saldatura a laser) e jolly nel senso che se lo porti a cena può far partire un karaoke e intonare senza vergogna l’inno nazionale dei vigili del fuoco.
Paolo è il Re delle Catene, è l’uomo grazie al quale si possono realizzare centinaia di modelli e forme diverse. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo… E per inventarlo servirebbe Paolo!
Dietro un grande Paolo c’è sempre un grande Graziano, sono il duo del reparto preparazione, ovvero quello in cui nascono gli elementi base che compongono i gioielli: filo, maglie e così via…
Ultime new entry: Steve, Pietro ed Emanuele, Steve ed Emanuele si uniscono al duo preparazione e Pietro si candida come secondo jolly aziendale: la mattina si occupa delle incisioni a laser per Giuzi e nel pomeriggio si sposta in preparazione.
Ah giusto! Ci siamo anche noi, Ilaria e Marco. Noi ci occupiamo essenzialmente di Giuzi e del mondo online. Marco analizza i dati, monitora i prezzi, le vendite, gli sconti, il magazzino, gli accordi coi corrieri, i software che possono velocizzare ogni processo. E poi trova anche il tempo per andare in fiera a presentare le catene ai grossisti esteri, per aggiornare il campionario, per piantare cactus, per mangiare gelati e foraggiare il reparto biscotti di tutti i supermercati della provincia. Ilaria è la sua spalla creativa: scrive contenuti, organizza shooting, instaura nuove collaborazioni, verifica le grafiche, risponde ai clienti, fa cose sui social, risponde alle recensioni e rinnova il packaging con cura maniacale. E quando non sta elaborando qualcosa di colorato e bello per Giuzi è in ufficio con Maurizio e Lucia.
I valori che muovono Giuzi sono semplici ma sfidanti: crediamo nel riconoscimento di ogni persona come essere unico, caratteristico, libero e indipendente. Non ci piacciono gli stereotipi e vorremmo che ognuno si sentisse libero da modelli di perfezione irraggiungibili e felice di essere così com'è. Crediamo che la diversità sia un valore prezioso e ci impegniamo a celebrarlo, evitando ogni discriminazione e scegliendo con cura le nostre parole, perché sono le parole che muovono i pensieri e sono i pensieri che muovono le azioni. Ci piace immaginare - e ci piacerebbe costruire! - un mondo più sicuro ed egualitario per le donne del futuro.
Come prima cosa Marco raccoglie tutti gli ordini da spedire, preleva i gioielli dal magazzino e, dove necessario, applica la personalizzazione insieme a Pietro. Ilaria scrive e stampa tutti i biglietti regalo della giornata e, insieme a Lucia, prepara pacchetto per pacchetto. L’obiettivo è quello di avere tutti gli ordini del giorno precedente pronti entro le 12.00, naturalmente durante Black Friday e Natale non è così facile ma non abbiamo mai deluso nessuno… A costo di consegnare personalmente i pacchi nella sede del corriere!
Per realizzare i nostri gioielli utilizziamo esclusivamente argento 925, abbiamo scelto l’argento perché è un materiale prezioso e perché è quello di cui conosciamo meglio limiti e potenzialità. Il rischio con l’oro sarebbe stato quello di furto, nel bronzo di una qualità scadente… L’argento è la giusta via di mezzo.
Una comunicazione umana e disponibile con i clienti per noi è semplicemente essenziale, ma non solo nel lavoro… Nella vita a tutto tondo: nella vita ci sono gli amici, i parenti, i colleghi. Nel lavoro ci sono i clienti. Acquistare un gioiello deve essere un piacere e trovare persone che ti aiutano con pazienza e cura è fondamentale… Chi non cerca questo dall’assistenza clienti? Noi quando cerchiamo aiuto vorremmo sempre trovare professionalità e gentilezza, per questo il nostro impegno quotidiano è quello di offrire altrettanto.
Tanta. Tanta. Tanta. Citando Hella Network: la comunicazione è figlia della società in cui nasce, ma può mostrarle come essere migliore. Crediamo molto in questo ed è il motivo per cui privilegiamo un linguaggio inclusivo. Linguaggio non solo come scelta delle parole ma anche come scelta delle immagini e delle collaborazioni.
Conta molto, preferiamo dire cose scomode ma sincere, perché come direbbero le nonne, le bugie hanno le gambe corte. L’onestà paga sempre, se diciamo che i nostri gioielli sono indistruttibili, che resistono a tutto e che sono impermeabili… Prima o poi si capisce che abbiamo detto una cavolata e il rischio è quello di sentirsi truffati. E invece la nostra guida onesta spiega su base scientifica cosa succede all’argento, mette in chiaro i suoi limiti e offre alcune soluzioni per ovviare al problema. Patti chiari, amicizia lunga!
Che domande, alle Maldive a sorseggiare mojito!
No dai… Il nostro sogno è quello di estendere la vendita di Giuzi ai paesi Europei, ce la faremo?
]]>
Oggi scegliamo di raccontarvi di due quadri famosi che hanno un gioiello in comune: la perla. Però prima facciamo una panoramica.
È Plinio che ci aiuta a trovare una spiegazione alla parola perla. Infatti secondo lui “perla” deriva da perna (conchiglia che produce la madreperla) oppure da perula (piccola bisaccia) o da pirula (perina). Ma il termine non ha soltanto radici Romane. In Arabia il nome della perla è giohar oppure gioman sciazz. In Grecia, invece, era detta margarita dal sanscrito mangala (pietra preziosa) o hārā.
Nascita della perla
Ormai lo sappiamo tutti, la perla non è altro che uno strato calcareo che l’ostrica perlifera depone sopra un parassita o un granello. Insomma la storia è questa: immaginatevi un bel mare calmo, caldo, che lambisce isole paradisiache. In questo mare vive l’ostrica perlifera, pinctada o margheritifera, se ne sta lì, beata spettegolando con la vicina riguardo alla nuova medusa arrivata con la corrente, quando un parassita decide di entrare in affitto. Lei che fa? Invece di aiutarlo a montare il letto MALM made in Ikea, decide che è arrivato il momento di trasformarlo in un bell’oggetto d’arredo. Stratifica sopra il parassita uno strato di carbonato di calcio e fine delle contrattazioni per l’affitto. Storytelling a parte, la difesa che l’ostrica mette in atto contro il parassita ci regala questa gemma, che non sempre è come ce la immaginiamo. Spesso vi sono presenti difetti, una superficie schiacciata, colore giallastro o troppo bianco. Mancanza di splendore o peso.
Anche con tutti i difetti che possiamo trovarle, la perla ha affrontato stoicamente tantissimi periodi storici, acquisendo un fascino senza eguali.
Il popolo Ebreo conosce la perla donata da Abramo alla schiava Agar che rese gelosa Sarah. In Egitto arrivò invece dopo l’invasione degli Hykos (seminomadi) e fu subito apprezzata dai faraoni tanto da dedicarla a Iside. Ma furono i Fenici i maggiori esportatori di perle nell’antichità. In Grecia diventarono invece famose nel periodo Ellenistico grazie al bottino recuperato dalle guerre in Asia e vennero dedicate ad Afrodite, la Dea nata dalle Acque.
Diventarono anche l’emblema dell’amore e del matrimonio, adornavano infatti l’orecchio destro degli uomini ed entrambe le orecchie delle donne.
Fonte: Galleria degli Uffizi
Arriviamo adesso all’antica Roma. Plinio il Giovane ci racconta che quando Pompeo vinse nella guerra contro Mitridate, riportò nella Capitale un sorprendente bottino di anelli, orecchini, bracciali, monili vari ornati di perle. Da quel momento Roma rimase affascinata dalla gemma che divenne anche oggetto di ridicoli impieghi: dai ritratti interamente composti di perle di Pompeo, a Nerone che ne faceva ricoprire i letti. Diventò infine anche una moneta di scambio in assenza di monete universalmente riconosciute, insieme a diamanti e smeraldi. Nemmeno con la venuta del Cristianesimo si cancellò l’uso e abuso delle perle. Vasi da chiesa, paramenti sacri, abiti e stivali erano adornati di particolari incastri di croci fatte in madreperla e catene incastonate con queste gemme.
Non solo, divennero, durante tutto il Medioevo e Rinascimento, un simbolo di purezza, umiltà, timor divino, amore profano tenero e dolce, gioia, prudenza e castità, tanto che i più stimati artisti adornavano spesso le vesti o il corpo delle donne nobili che ritraevano con perle di vario genere e forma proprio per conferirgli una certa aurea di cristianità.
Fonte: Galleria degli Uffizi
1545, estate. Eleonora di Toledo, figlia del Vicerè di Napoli Don Pedro di Toledo andata in sposa a Cosimo de’ Medici, sta passando le sue giornate nella villa di Poggio a Caiano. Ovviamente la sua venuta a Firenze è frutto di un matrimonio strategico, ma negli anni Eleonora e Cosimo si rivelano una coppia innamorata e affiatata, tanto da dare alla luce numerosi figli, tra i quali Giovanni, rappresentato insiema lei nel ritratto del Bronzino. Un ritratto commissionato dalla stessa Duchessa di Firenze, pare, destinato a rimanere nella storia come sublime esempio della ritrattistica del ‘500. Eleonora, 22enne, è di una bellezza reale e pura. Già madre di 4 bambini, viene ritratta con un vestito di seta bianca adornato con melagrane in broccato d’oro bouclè, simbolo di fertilità. I frutti sono circondati da arabeschi in velluto nero, così come il corpetto dallo scollo quadrato con la rete che avvolge le spalle decorata con perle.
Perle, appunto. Nel corredo di gioielli di Eleonora, le perle fanno eco a tutta la simbologia Cristiana oltre a testimoniare la nobiltà e la ricchezza della famiglia alla quale Eleonora appartiene. Firenze in quel momento spicca per l’arte orafa, si pensa che la mente dietro al design dei gioielli di Eleonora sia di Benvenuto Cellini, orafo di corte che aveva già realizzato esemplari simili. Le perle a goccia, le preferite della Duchessa, incorniciano il viso candido mentre la collana, oltre ad avere un ricco pendente formato da un grande diamante con taglio a tavola, ha anch’esso una perla a goccia a riprendere la lunga collana di perle, forse dono di nozze di Cosimo stesso. A completare la maestosità dell’abbigliamento di Eleonora, una cintura in oro massiccio con pietre preziose incastonate e una grande nappa in microperle come finale.
Bronzino Ritratto di Eleonora di Toledo – Particolari - Galleria degli Uffizi
Fonte: Museo Mauritshuis
Chi non conosce la ragazza con l’orecchino di perla (anche detta la ragazza con il turbante)? E’ una delle opere di Vermeer più conosciute al mondo, anche grazie al popolare libro e al conseguente film che l’hanno resa un’icona pop.
Il dipinto è una tronie. Si tratta di un genere diffusissimo in Olanda e indica un dipinto che non è un vero e proprio ritratto di una persona reale.
La Mona Lisa olandese infatti è un dipinto ipnotico di una ragazza in costume storico o esotico. Il viso della ragazza, il turbante azzurro e l’orecchino di perla sono i tre protagonisti dell’opera.
Guardare questo quadro significa guardare un mistero celato tra le pieghe del copricapo o nel riflesso della perla. Raffigura una fanciulla a mezzo busto, di profilo, con il volto rivolto verso lo spettatore su un fondo scuro. Questo contrasto cromatico illumina pienamente il volto della giovane rivelando la sua rara bellezza: le labbra rosse in un accenno di sorriso (come la Monnalisa), il naso dritto sottile, occhi grandi e magnetici. La luce nelle pupille viene richiamata dalla grossa perla che brilla in una quasi penombra sul suo collo.
Il vestito non sembra seguire la moda olandese del tempo. Infatti sembra piuttosto abbigliata secondo la moda turca. Un mantello ramato, un turbante azzurro che le avvolge la chioma e quella perla che rende il quadro celebre. Infatti la fanciulla sembra avere umili origini, perciò quella perla acquisisce un fascino e un mistero senza tempo. Infatti nel periodo in cui Vermeer opera, la perla è un monile aristocratico: nessuna giovane di umili origini potrebbe mai permettersi di acquistare una gemma dalle caratteristiche così “nobili”. Le perle venivano infatti importate dall’Estremo Oriente e costituivano un bene estremamente prezioso.
Così come nel rinascimento del Bronzino anche all’epoca di Vermeer la perla assume caratteristiche specifiche. E’ un segnale di nobiltà, aristocrazia, purezza e benessere
]]>Abbiamo passato in rassegna i look delle Fashion Week, le vetrine di VicenzaOro del mese scorso e - guai a sottovalutarla! - la bacheca di Pinterest. Questo è quello che abbiamo capito:
Perle piccole, perle grandi, perle ovunque. Non che la perla sia mai davvero sparita dal mondo del gioiello, ma quest’anno sembra esserne la protagonista. La vediamo come unico elemento del gioiello o abbinata a catene vistose.
Orecchino perla; credits: https://www.vogue.it/vogue-talents/upload-your-show/en/show/29901f3f-4cbb-48a7-a48e-0228980024b4?refresh_ce=
E a proposito di catene vistose… Si riconfermano un trend del 2021/22. Avevamo già visto sulle passerelle del 2020/21 catene enormi e barocche, continueremo a vederle, in particolare modelli come grumette, corde e catena Tiffany.
Catena Tiffany; credits: https://www.tiffany.com/jewelry/necklaces-pendants/tiffany-hardwear-link-necklace-GRP09651/
Detta così può far ridere, ma si tratta di una tendenza sempre più consolidata: il gioiello come oggetto giocoso, che ricorda appunto un giocattolo per bambini. Naturalmente il prezzo non è esattamente quello di una bambola di pezza, perché il gioiello giocattolo campeggia nelle produzioni di Balenciaga e ne è un chiaro esempio l’iconico orecchino Sunnei. Noi di Giuzi per adesso non abbiamo niente che lo richiama, ma insomma, sì sa: ubi maior minor cessat.
Orecchini di Sunnei, Credit: @Sunnei
Balenciaga Toy - credit @Balenciaga bracciale e collana
Le stories di Chiara Ferragni parlano chiaro: i gioielli con nome (nel suo caso con i nomi di Leone e Vittoria) vanno molto di moda e continueranno ad essere oggetti di tendenza: non solo perché sono belli ma perché hanno un valore speciale per chi lo indossa. Potremmo forse non saperlo? La personalizzazione è il nostro forte, riusciamo ad offrirla in tempi rapidissimi e ci da grande soddisfazione pensare di aver creato oggetti speciali per chi li indossa. Per questo abbiamo ampliato la nostra offerta di personalizzabili, li trovi tutti raccolti qui: https://www.giuzi.it/collections/personalizzabili
]]>Siamo talmente fortunati che il nostro paese, la nostra storia e la nostra cultura, vengono celebrati in ogni angolo della penisola con musei e mostre che testimoniano tutto il nostro passato e tutte le nostre abilità.
L’arte orafa in Italia è un’eccellenza. Vantiamo il primo museo in Europa (uno dei pochi al mondo) del gioiello. Il Museo del Gioiello, uno spazio museale permanente all’interno della Basilica Palladiana di Vicenza, è un omaggio ad una delle città, insieme ad Arezzo, che ha una tradizione di eccellenza mondiale nell’arte orafa. Ma non è l’unico:
Fonte: https://www.unoaerre.it/it/museo-arte-orafa
Il 7 marzo del 1988, la prestigiosa azienda leader per l’oreficeria Unoaerre, ha inaugurato il suo primo Museo a tema arte orafa, con lo scopo di non disperdere la memoria storica e condurre il visitatore in un percorso espositivo che parte dall’archeologia industriale fino a tutte le splendide creazioni di Giò Pomodoro.
Una panoramica che parte dal primo ‘900 fino ai giorni nostri, passando per la Belle Epoque, lo stile geometrico dell’Art Déco, fino alle collezioni contemporanee, tramandando un’arte e una cultura proiettata verso il futuro dell’arte orafa
Museo degli Argenti, Firenze: vetrina con oggetti sacri. Foto di I, Sailko (CC BY-SA 3.0)
sapevi che a Palazzo Pitti c’è un museo dedicato agli oggetti preziosi appartenuti ai Granduchi di Toscana? ebbene si, nella bellissima cornice seicentesca adornata dagli affreschi dell’appartamento estivo del Granduca Ferdinando II dei Medici, troviamo il tesoro dei principi-vescovi di Salisburgo e Wurzburg, i gioielli appartenuti ad Anna Maria Luisa de Medici e i vasi in pietra dura di Lorenzo il Magnifico. Oltre a questi anche una collezione di gemme e avori.
Fonte: https://www.bulgari.com/en-int/the-heritage-domvs.html
Nella rinomata boutique storica di Bulgari, in via condotti a Roma, è presente una piccola collezione vintage di gioielli appartenuti alle più famose star fedeli alla maison Bulgari.
Troviamo qui esposti un sautoir degli anni 70 che monta monete addirittura risalenti all’Impero Romano, una collana più recente, degli anni 90, con la pianta del Castel S. Angelo rivestita di ametiste, smeraldi, zaffiri e diamanti, un collier d’oro e diamanti che ricorda la forma del Pantheon, e un bracciale Sassi di rubini, ametiste e acquemarine.
Fonte: https://www.museodelgioiello.it/
Come dicevamo, il primo museo in Italia e uno dei pochi nel mondo, dedicato esclusivamente al gioiello. 410 mq dentro la Basilica Palladina a cura della Professoressa di Design del Gioiello del Politecnico di Milano, Alba Cappellieri. A corredo del Museo si sviluppa un percorso didattico-scientifico articolato su due livelli che racconta tutto quello che è possibile immaginare sull’arte orafa e sul gioiello.
Ma l’Italia non è l’unico paese che raccoglie in mostre permanenti incentrate unicamente sul gioiello.
Conosci l’uovo Fabergé? Le Uova Fabergé furono una realizzazione di gioielleria ideata presso la corte dello zar di tutte le Russie ad opera di Peter Carl Fabergé. Il museo contiene 700 creazioni risalenti ai tempi degli zar, tra cui quelli rinomatissimi della collezione Ivanov che prende il nome da Alexander Ivanov, uno dei maggiori collezionisti d’arte del mondo.
Qui puoi scoprire le tecniche artigianali per la lavorazione dei diamanti più famose al mondo. Il museo accoglie 3 miliardi di anni di storia naturale e il legame tra questi e la famiglia reale. Puoi scoprire più di 22 riproduzioni di diamanti famosi e splendidi pezzi di gioielleria risalenti alla Casata Reale di Oranje-Nassau.
Se pensi ad un faraone cosa ricordi per prima cosa? Le piramidi, il Kajal e… le pietre preziose. Dall’epoca dei faraoni fino ad oggi l’Egitto è stato una miniera, nel vero senso del termine, di pietre preziose, oro e arte. Il palazzo che accoglie il museo è stato costruito nel 1919, ma viene reso accessibile al pubblico soltanto nel 1986. Nelle varie sale di questo affascinante museo è possibile ammirare pezzi rarissimi dal valore inestimabile: gioielli della regina Nazli, della Principessa Fawza, gli oggetti appartenuti a Ali Pascia e una strabiliante scacchiera con pedoni e cavalli in oro e diamanti.
]]>I detergenti per gioielli in argento in commercio sono molti ma non ne abbiamo uno del cuore. Soprattutto non li abbiamo provati, non li conosciamo per filo e per segno e quindi non ce la sentiamo di consigliarti un prodotto se non siamo certi al 100% che sarà efficace. In questo articolo ti mostriamo una soluzione casalinga utile a illuminare gioielli leggermente rovinati. Ricorda per quelli molto rovinati devi rivolgerti al tuo gioielliere di fiducia che provvederà a sistemarli con prodotti appositi.
Ci teniamo, però, a sottolineare che solo una nuova placcatura può coprire grossi difetti come ossidazione, macchie scure e perdita di colore. Nessuna pulizia fai-da-te potrà farli tornare come quando li hai acquistati, ma fare una pulizia semplice ogni tot è sicuramente un buon punto di partenza per far durare i tuoi gioielli il più a lungo possibile!
Ecco di cosa hai bisogno:
Insaponati leggermente le dita e strofina bene gli orecchini che intendi pulire, se hanno pendenti o sono composti da catene leggere muoviti delicatamente: potrebbero rompersi! Concentrati sulla chiusura, è il punto che tocchi di più ed è lì che di solito si annida più sporcizia. Se può esserti utile strofina - sempre con delicatezza!- i punti peggiori con un vecchio spazzolino da denti.
Immergi gli orecchini insaponati nella bacinella con acqua tiepida e sciacqua bene: dovrai rimuovere tutti i residui di sapone. Infine asciugali uno ad uno con un panno morbido, se ci sono più pendenti evita che si tocchino fra loro altrimenti provocherai dei graffi. Assicurati di aver ben asciugato tutti i tuoi orecchini, loro detestano l’umidità, parola di gioiellieri.
Questa soluzione rapida e semplicissima farà risplendere i tuoi orecchini in argento. Certo, nessun miracolo, ma se fatta con cura ti darà soddisfazione vedrai.
Ricordati di effettuare questo tipo di pulizia sui tuoi orecchini almeno due volte l’anno, che ne dici di far coincidere questo rituale con il cambio dell’armadio? E’ un buon trucchetto per non dimenticarsene.
Per prevenire l'ossidazione e il conseguente annerimento dei gioielli consigliamo di non portarli ovviamente alle terme o al mare: la salsedine o le acque solfuree agiscono sull'argento annerendolo.
Danni di vario genere possono essere fatti anche dal luogo dove riponi i gioielli: se li tieni tutti ammassati dentro un portagioie la possibilità che si rovinino è molto alta. Cerca di utilizzare divisori o soluzioni già predisposte con scomparti per non incorrere in matasse di collanine che, diciamocelo, ci fanno dannare anche per districarle.
Anche i profumi o le creme corpo possono intaccare la lucentezza dei nostri gioielli, ovviamente non vi stiamo dicendo di non prendervi cura di voi stessi ma fate passare qualche minuto dopo l'applicazione prima di mettervi i vostri bracciali, collane o orecchini.
Abbiamo scritto un articolo molto accurato sulla cura del gioiello, lo trovi qui
]]>
Tutti i metalli preziosi (oro, argento...) per essere lavorati non possono essere fatti di metallo puro: è impossibile realizzare un gioiello 100% argento o 100% oro perché il metallo prezioso se non viene amalgamato con altri metalli non è malleabile e non prende forma.
Tutti i metalli preziosi per essere plasmati vengono quindi miscelati con una percentuale variabile di altre leghe (rame, palladio etc.), è chiaro che più metallo prezioso viene utilizzato e più alto sarà il valore e il pregio del gioiello. La quantità di metallo prezioso è indicata dal titolo, ovvero da quel numerino che spesso si legge accanto al tipo di metallo: argento 925, oro 585 e simili e che ne indica la purezza.
“925” e “585” sono i numeri che segnalano il titolo, stanno ad indicare che su 1000 parti di metallo sono 925 le parti di argento puro, oppure 585 le parti di oro puro.
Il titolo più comune nei gioielli in argento è argento 925, se fai un giro su giuzi.it (ma anche in altri shop online o gioiellerie fisiche) leggerai spesso questa dicitura. Tutti i nostri gioielli sono realizzati in argento con titolo 925.
Si può trovare anche la dicitura argento 950 ma è molto raro, si tratta di una lega non standard, richiesta quasi esclusivamente dal mercato americano. Seguendo il ragionamento fatto in precedenza ti risulterà chiaro che l’argento 950 ha un valore più alto dell’argento 925, perché in un gioiello dal titolo 950 viene utilizzato più argento puro che in un gioiello dal titolo 925.
Il titolo più comune nei gioielli in oro è 750, si tratta di un’alta percentuale di metallo puro utilizzato e sicuramente di un gioiello di alto valore economico, ma si trovano comunemente anche gioielli in oro 585 e 333. Nota bene: il prezzo di un gioiello in oro 333 sarà certamente più basso e più accessibile di un gioiello con titolo 750, proprio perché poco metallo puro è stato utilizzato per la sua realizzazione. L’oro 925 non esiste, perché il 925 è un numero che si abbina solo all’argento ed è un titolo utilizzato solo nei gioielli in argento. Se hai letto una dicitura simile probabilmente si tratta di un errore, perché è priva di significato. Può esistere l’argento 925, può esistere l’argento placcato oro (sembra oro, ma non lo è!) e può esistere l’oro con vari numeri a seguire, come l'oro 24 carati, ma non esiste l’oro 925.
Una prima indicazione viene data dall’etichetta o dal gioielliere (se stai acquistando un gioiello in un negozio fisico) o dalle informazioni riportate nella scheda prodotto del gioiello che desideri acquistare online: su giuzi.it in tutte le schede prodotto trovi un simbolo e la dicitura “argento 925”:
Altro segnale inequivocabile: il prezzo! I gioielli oro vero hanno un costo molto alto, spesso doppio o triplo rispetto ad un gioiello in argento o in bronzo. Se vedi alcune immagini di gioielli dorati potrebbero essere gioielli in argento placcati oro, lo stesso vale per l’oro rosa. Puoi capire facilmente che non si tratta di gioielli in oro dal loro prezzo: prendiamo ad esempio la nostra collana Amuleto, ovvero una collana molto sottile e di pochi grammi.
Un modello simile, in oro, costerebbe circa 200€/250€, la stessa collana in argento ha un costo variabile da 20€ a 80€. Non fidarti di shop online che non fanno capire chiaramente il tipo di metallo utilizzato, è importante essere consapevoli di cosa si sta acquistando e pretendere trasparenza per valutare correttamente l’acquisto ed evitare truffe.
]]>La notte di San Lorenzo non è una tradizione recente, infatti sin dai tempi degli antichi romani, gli uomini hanno provato meraviglia e stupore per questo fenomeno.
Sono state ritrovate segnalazioni di avvistamenti delle Perseidi anche nel 36 d.c., in Cina, anche se la tradizione della “notte delle stelle” , risale sicuramente all’epoca greco-romana. Prima dell’avvento del Cristianesimo, infatti, venivano spesso incaricati aruspici e sacerdoti dell’interpretazione dei segni della natura come segno divino.
A Sparta, ad esempio, ogni 9 anni, il Re veniva necessariamente assoggettato al volere delle stelle: se qualcuno vedeva una stella cadente in quel periodo, il regnante doveva essere necessariamente deposto in quanto il fenomeno veniva interpretato come di cattivo auspicio, un presagio di sventura.
A Roma, invece, si festeggiava ad Agosto un mese dedicato all’imperatore -Augusto- e, in particolare, tra le molte festività collegate con l’agricoltura, una delle manifestazioni più sentite era la processione di Priapo. Priapo, divinità legata alla fertilità maschile e dal quale deriva il termine priapismo, veniva portato in processione per le strade della città e se qualcuno avvistava le stelle cadenti in quel momento, le ricollegava direttamente alla “semina di Priapo”, auspicio di un ottimo raccolto nei mesi successivi.
Al principio dell'agosto 258 l'imperatore Valeriano aveva emanato un editto, secondo il quale tutti i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte:
«Episcopi et presbyteri et diacones incontinenti animadvertantur»
(Tascio Cecilio Cipriano, Epistola lxxx, 1)
Fonte: wikipedia
Insomma, diciamo che Valeriano non era uno con il quale si poteva scherzare molto e non aveva preso molto bene la questione del Cristianesimo, cosa che si ripercosse inesorabilmente su Lorenzo. Di lui sappiamo poco: si dice che fosse originario della Spagna, di Osca in Aragona, vicino ai Pirenei.
Da giovane fu inviato a Saragozza per concludere i suoi studi umanistici e teologici e qui incontrò Sisto, che al tempo era un Maestro di uno dei Centri di Studio più famosi ed apprezzati. Lorenzo qui iniziò un rapporto di amicizia e fiducia con il futuro Papa, tanto che lo seguì fino a Roma.
Nel 257 Sisto fu eletto Vescovo di Roma e a Lorenzo fu subito affidato il compito di arcidiacono. L’opera pia di Lorenzo però durò poco, una volta che l’Imperatore Valeriano emanò l’editto di morte, la pena fu eseguita immediatamente. Il primo ad essere ucciso fu Papa Sisto II, il 6 agosto, durante la celebrazione dell'eucaristia nelle catacombe di Prestato, quattro giorni dopo toccò a Lorenzo, bruciato su una graticola.
Da questo accadimento nacque la credenza che lo sciame delle Perseidi fosse la testimonianza delle lacrime, chiamate infatti anche lacrime di San Lorenzo, versate durante il martirio oppure, secondo Sant’Ambrogio, il ricordo del luccichio della brace che fu accesa e che ne provocò la morte.
Tornando alla realtà, c’è una spiegazione scientifica che descrive lo sciame delle Perseidi. Intanto chiariamo i termini: le Perseidi non sono stelle ma Meteore. Lo so, vi stiamo dando una notizia che infrangerà i vostri sogni di bambini, ma siamo negozianti onesti non vogliamo illudervi. Quando i frammenti rocciosi di una cometa entrano in contatto con l’atmosfera, questi iniziano a bruciare a causa dell’attrito, ciò provoca il fenomeno che conosciamo: una pioggia luminosa (le meteore) che osserviamo ad occhio nudo sempre nella prima decina di Agosto.
Entrando ancor più nello specifico, lo sciame delle Perseidi, in particolare, è un mix di polveri e ghiaccio lasciato dalla cometa Swift-Tuttle durante la sua promenade periodica intorno al Sole. Il nome Perseidi, come si intuisce, deriva dal nome della costellazione di Perseo, dalla quale sembrano partire tutte le scie luminose. Il fenomeno ovviamente non è osservabile soltanto la notte del 10 agosto, si manifesta piuttosto da fine luglio con un picco di attività, nel quale si possono vedere anche 100 “stelle” cadenti all’ora, il 12 o 13 agosto.
A parte il fatto che noi siamo cresciuti con Cenerentola e questo ci ha insegnato che i sogni son desideri e il 10 di Agosto è tutto l’anno, infatti abbiamo anche creato la nostra volta celeste personale (la trovate qui), ma capiamo l’entusiasmo per la cosa. Le leggende intorno a questa tradizione sono differenti, ma quasi tutte più o meno si basano sul concetto di desiderio.
Possiamo citare la definizione di desiderantes proposta da Giulio Cesare nel De Bello Gallico: soldati che attendevano i compagni dispersi al termine di una battaglia che solitamente avveniva al calar del sole. Perciò la speranza - il buon auspicio - di vederli tornare vivi e vegeti aleggiava nelle notti stellate.
Ovviamente c’è anche quella legata alla morte di San Lorenzo: l’usanza di esprimere un desiderio ogni volta che si vede una stella cadente, va di pari passo con l’iconografia del santo che brucia nella brace luminescente. Si richiede al Santo, in quel momento, un’intercessione nella nostra vita e si spera che avveri il nostro desiderio.
Marinaio o mio marinaio! Sapete sicuramente che i marinai durante i lunghi mesi in solitudine per mare, avevano un unico desiderio.. il rhum! e le loro famiglie sulla terra ferma. E qual era l’unica soluzione per tornare dalla propria bella? Seguire le stelle e navigare affidandosi ad esse.
Ultima ma non per ultima c’è una ragione etimologica: la parola desiderio è composta dalla desinenza latina de e dal termine sidus, che significa… rullo di tamburi: stella. Quindi letteralmente desiderio significa “cessare di contemplare le stelle a scopo augurale”
]]>Ecco, questo ti fa capire quanto l’orecchino a cerchio (anche chiamato “a campanella”) sia apprezzato da chiunque.
Diventati letteralmente di moda negli anni ‘90 fino agli inizi del 2000 anche grazie ad artisti quali Jenny From The Block ( ndr Jennifer Lopez per i nostri giovani lettori, vogliamo commentare anche il revival personale di Jenny con il buon Ben Affleck?), gli orecchini a cerchio o, più stilosamente chiamati hoop earrings, ritornano ad essere un accessorio amato da ogni generazione. Piccoli come una campanella o “grandi come un hula hoop” non importa, come ogni moda che si rispetti anche loro tornano a penzolare dalle nostre orecchie con grande piglio gitano.
Indipendentemente dal loro diametro gli orecchini a cerchio raccontano una storia culturale che parte dal 2500 a.c. Simbolo potente di tantissime civiltà e popoli non era soltanto una prerogativa femminile (leggi il nostro articolo sugli orecchini), sumeri, egiziani, pirati, corsari e romani hanno guidato la carica fino al giappone del XIX secolo dove la cultura Ainu ne ha fatto una vera e propria tradizione. Sono stati gli anni ‘80 e ‘90 del XX sec. a rivoluzionarne però la simbologia con i Cholas, una sottocultura della classe operaia messicana emersa nel sud della California, che indossava gli orecchini a cerchio come un simbolo.
Gli anni ‘90 e primi 2000 però, hanno catalogato questo accessorio non sempre con una accezione positiva. Spesso venivano considerati accessori “da ghetto”, un abbigliamento tipico ma soprattutto idealizzato, delle donne afroamericane e latine violente senza vederlo invece per quello che era: un simbolo di forza, di resilienza, resistenza e identità culturale.
Solo quando artiste del calibro della già citata JLo e Beyoncé iniziarono a portarli sul grande schermo si assistette al cambiamento: l’orecchino a cerchio era sulle tavole di tutti, come se fosse la lasagna-della-nonna della gioielleria.
Adesso che sappiamo da dove arrivano, è arrivato il momento di sapere come abbinarli al meglio. Non c’è una legge scritta ovviamente, però se questi consigli possono darti qualche spunto sui tuoi outfit sappiamo di aver fatto una piccola e buona azione quotidiana anche oggi.
E infine gli accessori: ad orecchini oro si abbinano accessori oro. Ad orecchini argento si abbinano accessori argento. Ad orecchini oro rosa non si abbinano accessori in metallo.
Tutto chiaro?
]]>I detergenti per argento in commercio sono molti ma non li abbiamo provati tutti, non li conosciamo a fondo e non ce la sentiamo di consigliarti un prodotto se non siamo certi al 100% che sarà efficace. In questo articolo vedremo una soluzione fai-da-te utile a lucidare e ridare vigore a gioielli leggermente rovinati.
È bene sottolineare che solo una nuova placcatura può coprire grossi difetti come ossidazione, macchie scure e perdita di colore. Nessuna pulizia casalinga potrà farli tornare come nuovi, ma effettuare una pulizia semplice di tanto in tanto è sicuramente un ottimo accorgimento per far durare i tuoi gioielli più a lungo!
Hai bisogno di:
Procedimento:
Insaponati leggermente le dita e strofina bene il bracciale o i bracciali che intendi pulire, immergili nella bacinella con acqua tiepida e sciacqua bene: dovrai rimuovere tutti i residui di sapone. Infine asciuga il tutto con un panno morbido.
Se il bracciale presenta pendenti, targhette o incastri dove il sapone può ristagnare concentrati su quei punti e asciugali per primi. Se ci sono più pendenti evita che si tocchino fra loro altrimenti provocherai dei graffi. Assicurati di aver ben asciugato tutti i tuoi gioielli, non amano l'umidità.
Questa soluzione rapida e alla portata di tutti farà risplendere i tuoi bracciali in argento. Non fa miracoli… Ma ti assicuriamo che se fatta con costanza fa la differenza.
Ricordati di effettuare questo genere di pulizia sui tuoi bracciali almeno due volte l’anno, magari puoi far coincidere questo rituale con il cambio dell’armadio. Così non ti dimentichi!
Se hai bigiotteria di poco valore, magari un oggetto di tendenza realizzato con materiali poveri come la plastica, non farti problemi. Puoi portarli in acqua, puoi farci tuffi e capriole: non si rovinano e se si rovinano il danno è limitato.
Se hai gioielli d’oro il rischio di rovinarli è limitato: l’oro è uno dei materiali preziosi più resistenti, non si annerisce e difficilmente si ossida. Sopporta bene lo stress dato dagli agenti ossidanti e mantiene la sua lucentezza. Tuttavia, essendo un materiale di grande valore, non è il caso di rischiare che di perderlo in mare o subire un furto… Meglio di no, dai, non farti rovinare la vacanza. Ricorda però, fai sempre attenzione ai placcati oro, quelli si comportano come i gioielli realizzati in argento e sono molto facili all'usura!
Detto e ridetto: l’argento è il più vulnerabile tra i metalli preziosi. Subisce molto gli effetti degli agenti ossidanti, tollera male l’acqua salata, il calcare, le creme, i profumi e i prodotti chimici di ogni sorta. Anche la luce sarebbe meglio di no. Insomma, l’argento è esigente e delicato come un principino d’Inghilterra. Questo non vuol dire che devi nascondere le tue collane, i tuoi orecchini o le tue cavigliere dentro ad una teca di ebano a 6 metri di profondità, altrimenti che li compriamo a fare ‘sti gioielli? Però in spiaggia meglio di no, non portarli. Conservali nel tuo portagioie e indossali la sera per uscire: non si rovinano e sarai super!
]]>Questi “oggetti” vengono utilizzati per ornare il corpo e la loro tradizione affonda le radici nella storia.
Da sempre l’uomo ha decorato il suo corpo ed il suo vestiario, in diversi modi e con diversi scopi. Sia per semplice fattore estetico di ricerca del bello sia per motivi socio-politici.
Un ciondolo con dente di lupo, di squalo o corno di rinoceronte (in base alla zona geografica) poteva avere un valore altissimo intrinseco, il valore dell’oggetto era determinato dalla sua rarità e dalla difficoltà di procurarselo lottando con un animale feroce.
Al contrario nel Medioevo alcuni gioielli-reliquiari realizzati in semplice argento e stoffa con aggiunta di materiale povero come le conchiglie potevano assumere un valore molto superiore rispetto a gioielli in lapislazzuli, una tra le pietre semi preziose più in voga al secolo. In questo caso il valore non è intrinseco poiché i materiali sono poveri, ma piuttosto legato alla storia dei materiali, indossati o posseduti da santi o figure mitiche.
Il valore dei gioielli moderni è legato sia al prestigio di chi li possiede o li ha posseduti, sia al valore stesso dei materiali utilizzati. Attualmente sono i diamanti e le pietre preziose con la loro dimensione e quantità a stabilire il valore di un gioiello.
Sono state stilate numerose classifiche ma attualmente è difficile - se non impossibile - eleggere i gioielli più costosi del mondo proprio perché alcuni di questi hanno un valore inestimabile. Una cosa certa però è che tutti i gioielli che fanno parte di queste classifiche devono la loro stima alla presenza di pietre preziose, in particolar modo di diamanti, mentre passa in cavalleria la presenza di metalli preziosi come oro o platino.
Se mettere sul podio l’oggetto più prezioso e più costoso di sempre non è cosa semplice lo è invece conoscere il nome del più grande collezionista di gioielli del mondo: la corona inglese! La casa reale inglese infatti possiede alcuni dei gioielli più costosi, in alcuni casi indossati per le cerimonie importanti e sempre custoditi nella Torre di Londra come un vero e proprio tesoro.
Giusto per citare due dei più famosi “gioielli della regina”: il Koh-i-Noor (montagna di luce, in persiano) il diamante bianco considerato per secoli il più grande del mondo è incastonato nella tiara della Regina Elisabetta, il suo valore è inestimabile;
credits: http://www.aheadcomunicazione.it/koh-i-noor-il-gioiello-piu-prezioso/
Cullinan I stella d'Africa incastonato nello scettro di Sant’Edoardo, anch’esso inestimabile.
credits: https://www.pinterest.it/pin/144959681726385717/
credits: https://moneyinc.com/chopard-201-carat-watch/
Parliamo ora di oggetti stimati, battuti all’asta o acquistati per i quali è possibile avere un’idea del reale valore. Il diamante “Hope” è uno dei più celebri e costosi al mondo con una cifra da capogiro tra i 200 e i 250 milioni di dollari.
Si tratta di un diamante “fancy” (termine che indica i diamanti naturali il cui colore è al di fuori dalla normale scala cromatica, cosa che li rende molto rari!) blu con riflessi grigi del peso di 45.42 carati e taglio a cuscino. Da molti viene considerato il gioiello più costoso del mondo sia per il valore della pietra ma anche, e soprattutto, per la sua fantastica storia che adesso ti racconto.
Fu estratto molto probabilmente in India nel 1666 e qui posseduto, secondo la leggenda, all’interno di un tempio e protetto da una maledizione che lo ha accompagnato per tutto il suo viaggio in occidente in seguito al furto.
Passò per le mani di molti reali, in primis quelli Francesi da Luigi XIV e XV a Maria Antonietta motivo per cui venne ribattezzato anche “French Blue” ovvero “Blu di Francia”. La maledizione è legata al fatto che molti dei suoi proprietari morirono di morte violenta o malattia.
Dopo essere passato per mani di nobili e personaggi eminenti tra cui lo stesso Cartier, e dopo essere stato rimodellato più volte perdendo parte della caratura iniziale, oggi si trova al Smithsonian Institution di Washington cui venne donato da Harry Winston nel 1949.
Una curiosità: questo diamante famoso in tutto il mondo ha ispirato la collana “Cuore dell’oceano” del film Titanic.
credits: https://www.telegraph.co.uk/luxury/jewellery/harry-winston-bond-street/hope-diamond-history/
Si chiama “Chopard 201-Carat” ed è stato realizzato con l’omonima casa gioielliera con 874 diamanti e dal peso di 201 carati. Il suo valore è di 25 milioni di dollari, una cifra misera se confrontato all’Hope Diamond ma bisogna considerare che si tratta di un orologio (solitamente non inclusi nella categoria dei gioielli) sebbene sia tempestato di diamanti.
Il valore dei diamanti, come visto, dipende da numerosi fattori come colore e rifrazione della luce ma anche dalla sua purezza. In generale si ritiene più belli e più costosi i diamanti più puri, ma questa non è una discriminante: si pensi ad esempio che l’Hope Diamond è impuro a causa di alcuni atomi di boro che gli donano un colore unico.
Il gioielliere Mouawad ebbe la fortuna e l’onore di incastonare il diamante “Incomparable” così chiamato perché ritenuto ancora oggi il più grande diamante privo di imperfezioni (407 carati), dopo essere stato esposto in musei di tutto il mondo divenne il pendente dell’omonima collana. Questa è realizzata in oro rosa e contornata da 230 carati di diamanti per un valore complessivo di 55 milioni di dollari.
I diamanti rosa sono, insieme a quelli blu già citati, rari e molto costosi proprio perchè anche questi appartengono alla categoria dei fancy diamond. Tra i più costosi troviamo il “Pink Star” incastonato su un anello del valore di 71,2 milioni di dollari,
credits: https://www.tentazioneluxury.it/diamante-pink-star/
“Sweet Josephine” anch’esso montato su un anello da 28 milioni di dollari ma questa volto contornato da due giri di diamanti, il “Graff Pink” tagliato a scudo e montato su un anello da 46 milioni di dollari.
credits: https://australia-diamonds.com.au/uncategorized/sweet-josephine-diamond/
Nel nostro elenco di preziosità costose figura un oggetto fuori dal coro, il cui valore non è legato ai diamanti. Si tratta della collana “Hutton-Mdivani”, così chiamata per i nomi dei proprietari tra cui figura la Principessa Nina Mdivani, realizzata da Cartier in giadeite verde smeraldo con chiusura in platino, diamanti e rubini. E’ stata venduta nel 2014 per un valore di 27.4 milioni di dollari.
La giada è una delle pietre più apprezzate nella storia soprattutto per ragioni culturali: il verde intenso che caratterizza alcune tipologie di giadeite (la più rara) veniva scelta ad esempio dagli imperatori cinesi perché simbolo di saggezza, forza e buona sorte. Gli Aztechi, secondo popolo dopo quello cinese a fare largo uso di giadeite in tutte le sue espressioni, la ritenevano una pietra sacra il cui valore era superiore all’oro.
Il valore della collana Hutton-Mdivani è sicuramente legato alla perfezione delle pietre utilizzate, di un verde smeraldo intenso, privo di imperfezioni e venature.
E tu cosa ne pensi? Credi che il valore dei gioielli che scegli dipenda esclusivamente dai materiali? Oppure, come noi di Giuzi, credi che il valore di un gioiello risieda soprattutto nel carattere personale e culturale che rappresenta?
]]>Non ci piace definire un gioiello da uomo o da donna. Se ti piace un gioiello, indossalo.
Comunque se sei atterrat* qui significa che vuoi qualche consiglio su un regalo, un acquisto o semplicemente farti un’idea. Perciò bando alle ciance e vediamo un po’ cosa possiamo consigliarti.
il gioiello più richiesto, soprattutto d’argento (disponibile anche placcato oro e oro rosa) e soprattutto personalizzato o a catena. Ecco l’abbiamo detto. Se non sai cosa acquistare il bracciale è perfetto, il bracciale non stona mai, il bracciale è il bracciale. Vai con il bracciale.
Ecco alcuni dei bracciali Giuzi che potrebbero fare al caso tuo:
Ehi, se non hai i buchi alle orecchie godi solo a metà. Allora a noi piace pensare che gli orecchini siano stati portate in auge da Ares in Xena la Principessa Guerriera, ma noi siamo millennials quindi era inevitabile (come il caschetto alla Fantaghirò), comunque sia gli orecchini sono davvero un bel regalo. Specialmente se la persona che li riceve ha uno stile un po’ street o rock pensiamo che questi siano seriamente il regalo perfetto:
Qui le cose si complicano un pochino. Non siamo fan di pendenti dente di giaguaro, medaglioni con teschi e ossa, perciò se state cercano questo genere di collana, no non siete nel posto giusto. Però abbiamo sia collane personalizzate da abbinare ai bracciali (vedi sopra) sia con bellissime perline stile rosario
Sbizzarrisciti Subito!
]]>Le alternative sono essenzialmente due: fare una pulizia semplice con prodotti di uso quotidiano o affidarsi ad un detergente specifico in commercio. Nonostante ci siano tanti prodotti reperibili nei supermercati per la pulizia di argento e argenteria, noi non li conosciamo tutti e non ce la sentiamo di consigliarti un prodotto senza prima averne una conoscenza approfondita e senza conoscere tutte le alternative, preferiamo darti qualche suggerimento fai-da-te, semplice e casalingo, di cui siamo completamente certi.
Iniziamo col dire che qualsiasi pulizia che non sia una ri-placcatura non poterà mai il tuo gioiello alla perfezione di quando lo hai acquistato: serve a lucidarlo e può ridare un po’ di vigore ma ridare colore ed eliminare le tracce di ossidazione (sì, proprio quelle macchie nero-verdastre) è impossibile senza un trattamento galvanico professionale.
Di cosa hai bisogno?
Cosa fare, dunque?
Metti nella bacinella acqua tiepida e un po’ di sapone di marsiglia (ne basta pochissimo, non esagerare). Immergi e bagna bene tutta la collana, toglila dall’acqua e sciacquala con acqua tiepida corrente (per eliminare il marsiglia).
Nella pulizia di una collana è importante prestare attenzione ad eventuali pendenti e privilegiarli: inizia strofinando i pendenti e solo dopo fai una asciugatura totale del gioiello. Strofinando i pendenti uno ad uno eviterai di graffiarli fra loro e riuscirai a vedere correttamente tutte le macchie.
Questa soluzione è semplice e veloce, ti permetterà con poca spesa di far brillare le tue collane. Non fa miracoli… Ma ti assicuriamo che fa la differenza!
Ricordati di effettuare questo genere di pulizia sulle tue collane almeno due volte l’anno, magari puoi far coincidere questo rituale con i cambi dell’armadio. Così non ti dimentichi!
]]>Andiamo con ordine. Siamo stati in visita da Michele, un amico che da tanti anni si occupa di diamantatura e abbiamo visitato il suo laboratorio ad Arezzo, poco fuori dal centro. Ci ha mostrato i suoi macchinari e raccontato tutto il processo.
(Michele e Marco - Inverno 2018)
Partiamo dalle basi: la diamantatura è una tecnica orafa che serve a far brillare i gioielli asportando una piccola parte di argento in superficie e creando così un lato specchiato che riflette la luce.
Come si fa? C’è bisogno di un tornio - un macchinario tradizionale che lavora tramite rotazione - a cui si applica un cilindro orizzontale vuoto. Sul lato esterno del cilindro si arrotola la catena da diamantare e dentro al cilindro si fa scorrere del liquido refrigerante.
La catena viene bagnata generosamente con acqua, il liquido refrigerante interno al cilindro congela l’acqua e la catena avvolta. A cosa serve questo passaggio? La catena congelata resta compatta e rigida, se lavorata senza ghiaccio si spezzerebbe e rischierebbe di rompersi.
A questo punto 5 punte di diamante (eccole, finalmente!) vengono accostate alla catena, si possono utilizzare pietre naturali o sintetiche. Nel caso di Michele pietre naturali. Il tornio viene messo in funzione e le punte di diamante vanno ad asportare qualche millimetro di catena per creare la superficie specchiata di cui sopra. Il materiale asportato è un truciolo di ghiaccio e argento, che si potrà poi affinare e recuperare totalmente.
La catena viene lavata a temperatura ambiente per essere scongelata e via col prossimo lato! Considera che una catena può essere diamantata su 2, 4 o 8 lati.
Michele - per gli amici semplicemente il Cuma - ha 40 anni e fa questo lavoro dal ‘98. Da un anno l’azienda in cui ha lavorato per oltre 20 anni è diventata sua.
“La cosa più bella del mio lavoro - dice - è vedere i miei clienti soddisfatti e dover sempre imparare cose nuove, perché ogni catena va trattata a suo modo. La cosa peggiore è trattare le catene davvero sottili o quelle fatte male, che rischiano sempre di spezzarsi.”
La professione di diamantatore è molto richiesta nel settore orafo - che come ormai saprai ad Arezzo è uno dei settori principali! - perché non ci sono tante persone che sanno fare questo tipo di lavorazione, Michele dice che con un po’ di buona volontà in un anno si può imparare.
Il consiglio più prezioso che ha ricevuto?
“Prima impara a lavorare bene, poi a lavorare veloce!”
]]>
|
(Sofia Gnoli, Un secolo di moda italiana, 1900-2000, 2005, p.35) |
Moda è la parola chiave. Una parola densa di significato perché indica un viaggio, un percorso denso di ostacoli, di vincite e di perdite. Un percorso che passa attraverso turbolenze sentimentali, decisioni affrettate e una Grande Guerra che Monicelli riuscì a fotografare benissimo nel film omonimo del ‘59, insieme a tutti i libri di scuola che conosciamo e che Coco ebbe l’occasione di vivere in prima persona. Le donne diventavano pian piano la forza lavoro in un paese depauperato dagli uomini, acquisivano uno status del tutto nuovo, erano attiviste, iniziavano ad emanciparsi, perchè no anche nel vestire.
Grazie a Coco spariscono le stecche di balena e arrivano i pantaloni. Mai vista una cosa così.
Ma torniamo quel 1921 e a quel ristorante. La Guerra è passata e una sferzata di vita aleggia nell'aria primaverile. Coco decide di invitare a pranzo Ernest Beaux, il famoso profumiere, al quale ha commissionato la creazione di una fragranza. Madamoiselle appoggia sul tavolo la boccetta del campione N°5, spruzza un po’ del contenuto in aria e aspetta, curiosa. Ad un certo punto l’inaspettato: un gruppetto di signore, incuriosite da quel profumo così diverso, così inusuale, si avvicina incuriosito. Un Mix complesso di gelsomino di Grasse, rose di maggio e decine e decine di altri sentori esaltati da quella che era la novità più ardita del momento: gli aldeidi. Fino ad allora le donne profumavano di rose, di viole, sentori naturalissimi ed etichettati come “adeguati” ad un pubblico femminile. Coco, che di etichette ne sapeva tanto, da brava rivoluzionaria voleva “un profumo per donna che sappia di donna” e ci azzecca: gli aldeidi, molecole sintetiche che quasi nessuno prima di quel momento aveva impiegato in profumeria, diventano il profumo di donna che sa di donna, per le donne.
Da lì a qualche settimana la boutique di Rue Cambon 31 diventò il centro dell’universo femminile dell’epoca. File interminabili di signore bussavano alla porta di Coco per acquistare qualche preziosa boccetta che veniva letteralmente prodotta con il contagocce. 100 esemplari al mese e ci vediamo al prossimo giro.
Da quel giorno è trascorso un secolo ma la stessa fragranza, Chianel N°5, continua ad essere uno dei profumi più famosi e acquistati del mondo.
Perchè volevamo raccontarvi questa storia? Perchè Coco veniva da una famiglia povera, poverissima. Non sapeva cucire e ce la immaginiamo anche poco adatta alla vita domestica, ma questo non l’ha fermata. Nemmeno la Guerra l’ha fermata, a dire il vero nemmeno 2 Guerre l’hanno fermata. Nessun amante, amore, uomo, l’ha fermata. Aveva una visione, voleva portarla avanti e perdinci se c’è riuscita! Certo non avrà preso decisioni sempre corrette, non sarà sempre stata solo la sua intuizione a guidarla e diciamocelo non ha affrontato il periodo più florido per le donne e più in generale per l’umanità, ma speriamo che la sua determinazione sia di ispirazione per tutti: sognare è gratis, lavorare per raggiungere quei sogni è faticoso, difficile e impervio ma quando si realizza... Chi ti ferma più?
Ed è questo che noi ci auguriamo, che nessuno possa fermarti!
]]>