Sicuramente succede anche a te di acquistare un prodotto facendoti guidare esclusivamente dal suo aspetto. Viceversa alcune volte avrai messo da parte la tua famigerata passione per il “bello” dopo esser rimasto affascinato dal suo valore simbolico, dalla sua storia o magari dal suo messaggio.
Ovviamente esistono oggetti che combinano l’aspetto estetico con un forte valore simbolico e che anzi lo potenziano proprio legandosi a storie e tradizioni.
È il caso degli amuleti, gioielli secolari tornati in auge negli ultimi anni (ancora non conosci la nostra collezione di amuleti? Scoprila qui). Probabilmente ne indossi o ne avrai indossato uno senza conoscere il suo significato, beh, possiamo assicurarti che la storia che ti stiamo per raccontare te li farà vedere in una luce diversa e ti farà innamorare di questi gioielli.
Non è vero…ma ci credo!
Quando pensi ad un amuleto probabilmente nella tua mente si configura l’immagine di un ciondolo da portare al collo, di forme abbastanza note come lo scarabeo o molto più semplicemente di ferro di cavallo o coccinella. Ti stupirà quindi leggere che sono considerati amuleti non solo oggetti tangibili ma anche gestualità e parole che derivano da questi oggetti o che li accompagnano. Ma è l’oggetto che viene maggiormente caricato di significato tanto da essere considerato prezioso.
L’etimologia che ruota intorno agli amuleti ci fa capire che i popoli antichi riconoscevano queste pratiche come ordinarie (insomma , tutti credevano senza scrupoli che portare una determinata pietra in tasca o addosso aiutasse in qualcosa, o allontanasse la sfortuna riguardo un’altra).
Il verbo greco apotropàion significa generalmente “allontanare, ma fu da subito utilizzato per indicare nello specifico l'allontanamento della cattiva sorte. Il valore “apotropaico” di un oggetto o di un gesto indica ancora, nell’italiano corrente, quello superstizioso dello scacciare la sfortuna.
Sulla stessa scia il termine amuleto (che al contrario ha un’etimologia incerta), quasi certamente deriva dal latino e forse dal verbo amuliri che significherebbe anche lui “allontanare”, “mandare via”.
Se questa interpretazione fosse quella giusta possiamo dire che, in maniera molto generale, questi oggetti venivano utilizzati o posseduti per scacciare la malasorte, in qualunque forma questa si presentasse e in qualunque ambito.
La superstizione, cioè la credenza pagana spesso legata a pratiche magiche, ha un’origine talmente arcaica che si può dire essere nata insieme all’uomo. Oggi viene vista come qualcosa di arretrato, spesso ed erroneamente collegato alla scarsa istruzione ma non è necessario credere nel soprannaturale per cogliere la valenza e l’importanza che veniva attribuita a questi oggetti fino a pochi anni fa.
Amuleti portafortuna?
In linea generale quelli che un tempo erano definiti amuleti oggi vengono chiamati semplicemente “portafortuna” come i cornetti, il ferro di cavallo, lo scarabeo.
In realtà questa è solo una semplificazione dell’enorme potere attribuito agli amuleti se pensiamo che i romani avevano così paura del “oculus malus” da ritenere che fosse addirittura causa di morte!
Gli amuleti non servivano per portare genericamente fortuna ma venivano utilizzati per risolvere alcuni problemi specifici, spesso al limite della medicina popolare e della credenza religiosa: curare dai morsi di vipera, evitare le mastite, scongiurare malattie infantili o l’invidia addirittura far innamorare.
Storia degli amuleti più famosi e l’amuleto più potente al mondo
Assiri
Le prime testimonianze che ci parlano di un oggetto con esplicito scopo di schermo o aiuto risalgono alla popolazione neo-assira, accompagnate da ritrovamenti di pietre grezze ed intagliate nella zona che corrispondeva alla Mesopotamia.
la tipologia dell’amuleto variava anche in base alla religione ma i più diffusi erano:
- La pietra di latte: pietra di colore bianco latteo portata dalle donne al collo, vicino al seno, per favorire l’allattamento e scongiurare la mastite
- Dischi solari d’oro, simbolo della divinità del sole e che assicuravano a chi li indossava i favori della divinità più potente
- Filatteri ovvero dei piccoli astucci quasi sempre realizzati in argento in cui venivano inserite delle preghiere. Questi erano indossati dai popoli di religione ebraica la quale vietava l’utilizzo di amuleti di forma pagana.
- La pietra di agata o onice la cui forma richiama il concetto dell'occhio.
Perché si dice “malocchio” per indicare la sfortuna e gli amuleti contro l’invidia
Malocchio, essere presi per occhio, avere l’occhio sono tutti termini che indicano, in soldini, avere iella. Il concetto si deve all’idea che la jella non è qualcosa che capita per caso ma che al contrario viene “attaccata”.
Si riteneva infatti che proprio tramite gli occhi, pieni di invidia, la persona gelosa portasse malasorte all’invidiato facendogli perdere i beni o le caratteristiche degne di invidia.
Sapevi che il gesto di fare le corna con le mani deriva proprio da questo? Il dito mignolo e indice infatti hanno all’incirca la stessa distanza degli occhi e simboleggerebbero, alzati, il gesto di cavare gli occhi e quindi annullare l'invidia dello jettatore.
Questo gesto ha dato vita all’amuleto indossabile a forma di mano che fa le corna, spesso realizzato in corallo per intensificare il potere apotropaico .
Egizi
L’utilizzo di amuleti in Egitto non trovò una larga diffusione e varietà come nel periodo successivo, nonostante ciò a questo popolo si deve la diffusione di due dei simboli apotropaici arcaici più conosciuti in tutto il mondo. Entrambi sono legati al concetto di rinascita, rigenerazione, nuova vita e quindi inevitabilmente anche al concetto di morte con il quale la civiltà egizia aveva un rapporto strettissimo e positivo.
-
Lo scarabeo veniva considerato un animale capace di rigenerarsi dopo la morte e per questo veniva chiamato kheperer, dal verso kheper ovvero rinascere. Inizialmente piccoli amuleti a forma di scarabeo, detti scaraboidi, venivano collocati sul petto dei defunti per augurargli la rinascita e quindi una nuova vita.
Per questo motivo vennero definiti “scarabei del cuore” e cominciarono ad essere indossati anche dai vivi come ciondoli per posizionarli vicino al cuore.
L’importanza di questo amuleto ne sancì la diffusione nella cultura latina ed italica.
- L’occhio di Horus o di Ra collega la simbologia dell’occhio a quella della divinità onnipotente che tutto vede e tutto può. indossando i simboli divini, che siano questi o qualunque altro indichi una divinità, si entra in diretto contatto con questa ed in questo caso ci si garantisce una vita longeva, una morta serena ed un’altrettanto rinascita.
Romani
la cultura classica e poi quella romana rielaborarono i concetti di amuleti giunti fino alla loro epoca e ne aggiunsero di molti altri. Tra questi i Romani furono quelli più attivi nella creazione di amuleti e superstizioni magico-religiose.
Sebbene, come detto, lo scarabeo fosse l’amuleto per eccellenza (lo troviamo spesso intagliato in pietra dura di colore rosso-marrone ed incastonato in anelli d’oro, armillae ovvero bracciali oppure appunto come ciondolo) ai romani si devono molti degli altri simboli apotropaici che ancora oggi utilizziamo come semplici portafortuna:
Questa simbologia si trova anche in amuleti meno espliciti e che sono ancora utilizzati come il famosissimo ferro di cavallo!
Tradizioni ancoro in voga e interpretazioni moderne
Sicuramente avrai riconosciuto alcuni di questi simboli che abbiamo nominato e come ti dicevo, sicuramente avrai portato al collo una coccinella (mitigazione dello scarabeo) o un ferro di cavallo.
Come detto si tratta di interpretazioni moderne di amuleti dal significato arcaico ma in alcune regioni italiane questi vengono tuttora utilizzati nella loro forma tradizionale, orafi e designer sono riusciti a conferirgli una forma attuale mantenendo però il legame con la tradizione.
Anche noi di Giuzi abbiamo reinterpretato in una forma moderna il concetto di amuleto: piastrine d’argento da portare vicino al cuore o al polso (anche questi erano ritenuti punti vitali dagli antichi romani) su sui incidere un nome, una data, un mantra per farci accompagnare tutto il giorno